Kramatorsk crivellata dai missili. Donne e bambini in fuga sui bus prima della battaglia finale "Sarà la nuova Stalingrado"

Nella città del Donbass si teme un attacco con 50mila uomini. L’ululato infinito delle sirene. Trema anche Sloviansk, alcuni villaggi nei dintorni sono già stati distrutti "Irriconoscibili"

Kramatorsk crivellata dai missili. Donne e bambini in fuga sui bus prima della battaglia finale "Sarà la nuova Stalingrado"

Kramatorsk. A metà mattinata la terra trema a Kramatorsk, la principale città del Donbass in mano agli ucraini. Le esplosioni di missili o bombe di aereo sono vicine e mirate. La sirena dell'allarme suona ripetutamente, ma Kramatorsk è già pesantemente sotto tiro da alcuni giorni, obiettivo primario dell'offensiva russa che sta cominciando a spianare il terreno.

«Gli abitanti hanno paura. Sarà la nuova Stalingrado, una battaglia furiosa come nella seconda guerra mondiale. Per questo ho deciso di scappare verso Ovest» racconta Ludmila, capelli argento e sguardo mite. Sull'autobus giallo dell'evacuazione ci sono molti anziani e quasi nessun uomo abile per la guerra. Un invalido che ha perso una gamba sale a bordo senza farsi aiutare. Un altro pulmino bianco è pieno di gente. Un paio di minorenni ci guardano incuriositi, una donna si copre il volto per non farsi riconoscere e una nonna è con il nipote piccolo in braccio. «Grazie Italia per l'ospitalità ai nostri connazionali e per gli aiuti» tuona la nonna.

Gli autobus della fuga verso la salvezza hanno le croci gialle con il nastro adesivo, simbolo delle chiese che stanno aiutando i civili. A bordo caricano i bagagli, ma pure materassi. Kola è un giovane parrocchiano con giubbotto anti proiettile mobilitato «per salvare la gente dai bombardamenti».

Le autorità ucraine continuano a lanciare appelli all'evacuazione di tutta la regione dove sono rimasti ancora 70mila civili. Prima erano 330mila, ma il responsabile regionale Sergei Haidai continua a ribadire: «È estremamente pericoloso restare nelle città adesso, che i bombardamenti si sono intensificati».

Il chiosco degli ottimi hotdog vicino alla stazione degli autobus è sempre aperto e frequentato dai pochi passanti, da agenti di polizia o militari che presidiano la città.

L'intelligence occidentale è convinta che nel Donbass sarà un battaglia lunga e sanguinosa. I russi stanno ammassando una quarantina di battaglioni e si teme un assalto con 50mila uomini. I piani di Mosca prevedono di conquistare Sloviansk e Kramatorsk, cittadine strategiche divise da pochi chilometri per chiudere in una sacca le forze ucraine che tengono il Donbass sulla prima linea trincerata da otto anni con le unghie e con i denti. Alcuni villaggi sulle direttrici d'attacco come Rubizhne, Popasna e Hirske sono stati «distrutti al punto di essere irriconoscibili» spiega il governatore Haidai.

Sloviansk, dove è iniziata nel 2014 la ribellione armata dei separatisti, «ha subito 11 attacchi aerei nelle ultime 24 ore e diversi missili sono stati intercettati» rivela il numero due dell'amministrazione civile-militare, Yurii Pidlisnyi, che nella vita normale è insegnante. «Siamo già a un punto di svolta - spiega nel municipio barricato - Come il Terzo Reich nel 1944 gli invasori non ce la fanno. Alcuni generali di Hitler, che cercarono di ucciderlo, avevano realizzato che la guerra era persa».

Pidlisnyi non si taglia i capelli dal 24 febbraio «e continuerò a tenerli lunghi fino a quando non sparirà la minaccia russa sulla mia città».

Dietro il municipio dozzine di civili attendono il pullman dell'evacuazione, ma quando arriva scatta l'allarme aereo. Un papà non riesce a consolare la bambina impaurita, che a stento trattiene le lacrime. Il marito piange salutando la giovane moglie con la figlia appiccicate al finestrino. Un uomo abbraccia per l'ultima volta il padre, che ha gli occhi lucidi. Scene commoventi rese ancora più drammatiche dall'ululato infinito della sirena. Una volta salito sull'autobus l'anziano che si è separato dal figlio parla a nome degli evacuati con un filo di voce e le lacrime agli occhi: «Vogliamo solo vivere uniti e in pace con un cielo sereno sopra le nostre teste» e non offuscato da bombe e razzi.

Al calare delle prime ombre della sera, a

Kramatorsk, riparte la sirena dell'allarme anti aereo. In questa Pasqua senza resurrezione le esplosioni vicine e lontane si susseguono, le strade sono deserte per il coprifuoco e l'atmosfera è quella cupa del nemico alle porte.

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