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L'"Impegno civico" di Di Maio per un ennesimo partito

L'ex grillino presenta la lista creata con l'obiettivo di portare nel centrosinistra i 5s delusi. E attacca Conte

L'"Impegno civico" di Di Maio per un ennesimo partito

Mentre nel M5s Beppe Grillo e Giuseppe Conte continuano a litigare su tutta la linea, l'ex capo politico Luigi Di Maio lancia il suo nuovo partito. Il ministro degli Esteri, come anticipato ieri dal Giornale, smentisce la sua candidatura nel collegio di Modena. Una corsa a pochi chilometri da Bibbiano che - complici le frasi di Di Maio di qualche anno fa sul Pd «partito di Bibbiano» - avrebbe imbarazzato il segretario dem Enrico Letta, oltre allo stesso enfant prodige del grillismo. Più probabile una candidatura in un collegio uninominale sicuro, sempre tra Toscana ed Emilia-Romagna, ma non così geograficamente vicina al comune simbolo dello scandalo sugli affidamenti illeciti di bambini. «Domani presenteremo la nuova forza politica con Bruno Tabacci, il cui nome è Impegno civico, rappresenta quel principio di responsabilità civica che anche Papa Francesco ha evocato», dice Di Maio a Mezz'ora in più su Rai3. L'ex grillino parte da alcuni sondaggi riservati che lo accreditano già al 3% e punta a eleggere almeno una ventina di parlamentari. Il ministro si porterà dietro i fedelissimi come Vincenzo Spadafora e la viceministra dell'Economia Laura Castelli, ma si rivolgerà anche alla società civile e agli amministratori locali, come l'ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti e la sua «Lista civica nazionale».

Un concetto richiamato anche nel nome della nuova formazione politica di Di Maio e Tabacci, «Impegno civico» appunto. «Ci saranno sorprese», dice il titolare della Farnesina a proposito dell'evento di oggi alle 11 e 30 al Foro italico. Si attendono in lista anche nomi conosciuti al grande pubblico, pescati nell'ambito dell'imprenditoria, della società civile e dello sport. Intanto Di Maio comincia a oliare la sua macchina organizzativa. Le chiavi della creatura e della campagna elettorale sono nelle mani dell'esperto Spadafora (con un passato nel centrosinistra) di Tabacci e del gruppo dei sindaci. Da Beppe Sala a Federico Pizzarotti, con quest'ultimo che con tutta probabilità dovrebbe correre nella lista di Impegno civico. Ma i dimaiani faranno anche da cinghia di trasmissione tra i delusi del grillismo e il Nazareno. Infatti Di Maio attacca Conte, che «ha smantellato il M5s», costruendo «un partito padronale». Poi rimprovera Grillo: «Se ne è accorto troppo tardi», dice l'ex capo politico a proposito della personalizzazione e della «radicalizzazione» del M5s. Di Maio batte ancora sul tasto dell'atlantismo e propone di «istituire una commissione parlamentare di inchiesta per accertare i legami dei partiti italiani con la Russia». I dimaiani auspicano infatti una coalizione di centrosinistra che sia il più larga possibile e che comprenda anche Carlo Calenda, che però non perdona a Di Maio il suo passato nel M5s.

Un Movimento che è sempre più una diarchia litigiosa tra Conte e Grillo. Nel M5s continua lo scontro sotterraneo tra il Garante e il fondatore su parlamentarie, simbolo e candidature. Confermata la regola dei due mandati, la vera partita ora è sulla composizione delle liste. L'avvocato pensava di sfruttare a suo vantaggio la blindatura del totem, così da realizzare la sua rivoluzione del grillismo. Società civile, facce nuove, professionisti. Solo che per raggiungere questo scopo Conte avrebbe bisogno di avere mano libera sulle liste. Ed ecco la proposta recapitata a Grillo: pluricandidature, scelta dei capilista e il resto votato online dagli attivisti. Grillo risponde picche alle mediazioni di Conte. Insiste sul fatto che debbano essere gli attivisti a scegliere tutti i candidati. Poi c'è la questione del simbolo, con Grillo che continua a stoppare il tentativo di Conte di inserire il suo cognome nel logo.

Conte intanto sferza gli ultimi transfughi, Davide Crippa e Federico D'Incà, entrambi pronti ad accasarsi con il Pd. «Che vadano liberi, in pace, a cercarsi una nuova collocazione. Ma non ci rompano le scatole», alza i toni l'ex premier.

Oggi alla Camera è prevista una conferenza stampa in cui D'Incà e Crippa ufficializzeranno il loro approdo nel centrosinistra.

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