L'«uomo del futuro» ha 74 anni. E Hillary trema

Il vecchio socialista Sanders fa presa sui giovani stanchi dei Clinton

Valeria RobeccoNew York Dall'alto dei suoi 74 anni fa breccia tra giovani e delusi del partito democratico, raccoglie consensi nelle prime due tappe per le primarie di Usa 2016 e si permette di surclassare Hillary Clinton, determinato a far tramontare per sempre il suo sogno di entrare alla Casa Bianca dalla porta principale. Se a destra Donald Trump è il fenomeno indiscusso nella prima fase della lunga corsa verso le presidenziali di novembre, sulla sponda opposta del Potomac è senza dubbio Bernie Sanders che si sta affermando come il protagonista emergente. A circa una settimana dal voto in Iowa i candidati stanno mettendo a punto le macchine elettorali e lui, a parere di molti, sembra riuscirci meglio degli altri. Sulla scia del successo del movimento Occupy Wall Street contro i Paperoni del pianeta, Sanders con le sue politiche progressiste ha attirato grandi folle ai suoi comizi, ha reclutato migliaia di volontari, e dall'ultimo conteggio è emerso che ha raccolto più di 2,5 milioni di contributi individuali per la sua campagna elettorale. Dati notevoli, soprattutto se si considera che quando è sceso in campo lo scorso aprile era dato per sconfitto in partenza. Sanders, in definitiva, è l'equivalente di Trump in segno diametralmente opposto: un anticonformista socialista che rappresenta un'anima particolare dei democratici, e che proprio per questa sua caratterizzazione, nonostante l'età, ha piglio anche sui giovani. L'America infatti, in questo periodo in cui la politica tradizionale sembra deludere, si rispecchia in queste figure estranee all'establishment di partito, sia a destra che a sinistra. I sondaggi non fanno altro che certificare questa tendenza: il re del mattone che il Grand Old Party vuole fermare a tutti i costi sta staccando gli avversari, e sul fronte dell'Asinello Sanders sta creando ben più di un grattacapo a Hillary nei primi due Stati dove partirà la lunga corsa per la nomination. Le ultime proiezioni dicono che il senatore sta prendendo il volo in Iowa, con otto punti di vantaggio sull'ex segretario di stato, 51% contro 43%. Mentre in New Hampshire il socialista straccia la rivale con 27 punti di distacco. Per Hillary torna sempre più prepotentemente a galla lo spettro del 2008, quando a sorpresa fu sconfitta da Barack Obama: anche se resta in testa nei sondaggi a livello nazionale, una falsa partenza nei primi due Stati in cui si vota per le primarie potrebbe cambiare nettamente lo scenario. Sanders, intanto, va avanti per la sua strada, e per conquistare gli americani fa leva su quelli che sono i diritti inalienabili dell'uomo ossia casa, salute e lavoro. In particolare si batte per la sanità, considerato uno dei grandi problemi degli Usa: il suo cavallo di battaglia è l'assicurazione medica per tutti, e per ottenerla pensa di alzare le tasse non solo ai più ricchi, ma anche ai lavoratori. Ma al di là delle ricette politiche, il fatto è che gli americani sono stanchi delle dinastie, e se a destra vogliono evitare un quarto mandato Bush, a sinistra non vogliono un terzo mandato Clinton.

La grande attesa degli osservatori politici in queste ultime ore è anche nel vedere se Sanders si giocherà una carta come quella di Trump, che ha rilanciato la pasionaria ex governatrice dell'Alaska Sarah Palin. Chissà se anche il veterano senatore del Vermont deciderà di puntare su un giovane del partito democratico per il suo ticket presidenziale?

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