«Vincere le elezioni, governare e cambiare il Paese, con i nostri alleati del centrodestra. C'è un accordo con Salvini: chi vince indica il premier». Silvio Berlusconi, parlando con il Corriere della Sera, incardina, una volta di più, la sua azione politica nell'alveo naturale della coalizione con Lega e Fratelli d'Italia, allontanando le larghe intese.
L'annuncio non è certo inedito, ma la notizia è che questa volta tra i due alleati e concorrenti per la leadership del centrodestra non scatta il consueto botta e risposta, né il classico controcanto salviniano. Il leader della Lega applaude alla promessa berlusconiana. «È perfetto così. In democrazia funziona così» dice Matteo Salvini a Catania a un giornalista che gli chiede di commentare la frase di Berlusconi «chi ha più voti esprime il premier».
Il presidente di forza Italia non ha dubbi sul fatto che sarà Forza Italia alla fine a scegliere il presidente del Consiglio. «Con Salvini siamo d'accordo sul fatto che la forza politica del centrodestra che prenderà più voti sarà quella che indicherà al capo dello Stato il nome del premier per l'intera coalizione. Non ho alcun dubbio sul fatto che quel nome lo dovremo indicare noi. Stiamo valutando diverse figure, ma naturalmente non ne nominerò nessuna, visto il polverone mediatico che si era sollevato quando in passato avevo citato qualche nome solo a titolo di esempio per indicare una tipologia di candidato». E sul leader della Lega ribadisce che «Salvini è irruente all'esterno. É quello il suo stile e il suo modo di conquistare consensi, ma quando ci sediamo intorno a un tavolo è un interlocutore serio e ragionevole».
Di certo alla ricostruzione del rapporto di fiducia con la Lega oggi verrà aggiunto un mattone importante. Silvio Berlusconi e Roberto Maroni si ritroveranno, infatti, al Piccolo Teatro di Milano per una conferenza stampa sul referendum di domenica per l'autonomia della Lombardia. Un appuntamento fortemente voluto dal governatore lombardo che è andato a Villa San Martino per convincere il Cavaliere, ieri impegnato nello studio del «dossier referendum». Sul Corriere Berlusconi ha anticipato la sua posizione: «Nel caso della Lombardia e del Veneto si tratta di dare più potere e competenze ad amministrazioni che hanno dimostrato di funzionare bene. Questo non è egoismo regionale: se le due locomotive d'Italia funzionano meglio, ne guadagna l'intero Paese. D'altronde a me piacerebbe che tutte le Regioni potessero godere di maggiore autonomia, di poteri più chiari e definiti. Si compirebbe quel federalismo nei nostri programmi dal '94».
In attesa che prenda forma il famoso vertice dei tre leader, da Giorgia Meloni arriva la proposta di svolgere le primarie per scegliere i candidati nei collegi uninominali previsti dalla nuova legge. Il tavolo per individuare il candidato per la Regione Lazio verrà, invece, convocato subito dopo le Regionali siciliane. Sullo sfondo Berlusconi diventa sempre più social. Dopo il profilo Facebook, l'ex premier sbarca su Instagram e Twitter completando la strategia della presenza su Internet.
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