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L'accusa della madre di Nicole «Mia figlia uccisa dagli errori»

Nei registri della procura di Catania finiscono i nomi dei primi medici indagati La disperazione della donna: «Non me l'hanno nemmeno fatta abbracciare»

L'accusa della madre di Nicole «Mia figlia uccisa dagli errori»

Catania «Piccola mia tu vivrai per sempre nei nostri cuori.... ricorderò ogni piccolo movimento che facevi dentro me fino a poco prima della tua nascita. Eri e sarai per sempre la mia piccola ballerina scatenata. Ti amo amore di mamma». È uno sfogo straziante quello che affida alla sua pagina Facebook Tania Laura Egitto, la mamma della neonata morta per insufficienza respiratoria durante il tragitto in ambulanza da Catania verso l'ospedale di Ragusa dopo che nessun nosocomio etneo aveva trovato posto per lei in terapia intensiva neonatale.

«Tania e il marito Andrea vivevano per la bambina - dice chi li conosce -. Sono stati 9 mesi di gioia». Una figlia tanto desiderata Nicole, strappata dopo appena tre ore di vita ai genitori impazienti di accoglierla nella loro casa di Gravina di Catania. «Ci sono tanti tipi di amore e noi abbiamo avuto la fortuna di provarli tutti, il più grande è senza dubbio quello per i propri figli ed io e Andrea lo proveremo per sempre per la nostra piccola Nicole che fin da subito dentro me ci ha regalato una gioia immensa e un amore infinito - scrive Tania su Fb -. Poi c'è il dolore quello non vorresti mai provare sotto nessuna forma, ma lui t'insegue… e noi siamo stati inseguiti e presi da quello più brutto, il dolore della perdita di un figlio... un dolore che ti spezza il cuore in mille pezzi, che ti svuota, ti toglie la voglia di vivere, perché la tua vita era la sua vita».

Si sentono morti con la loro neonata Tania e Andrea. E la presa di coscienza di quanto accaduto è lacerante. Chiedono giustizia e non si danno pace. «La nostra bambina non c'è più. E non per cause naturali - accusa Tania - ma per un errore umano, tanti errori umani... quello che dicono i Tg è solo una parte di verità, ma presto si avrà giustizia, presto tutto verrà alla luce e la mia bambina avrà pace».

Il rammarico è anche di non essere stata con lei negli ultimi momenti della sua breve vita. «Non mi hanno permesso di vederla, di stringerla a me, di accarezzarle la manina e farle sentire che io le ero vicino, me l'hanno portata via, senza averle potuto dare il suo primo e ultimo saluto». Mentre si attendono gli esiti dell'inchiesta disposta dalla Procura di Catania, i familiari puntano il dito contro la clinica privata Gibiino, accusata di non avere una cannula per aspirare il liquido dai polmoni di Nicole. Dalla Gibiino ribattono di essere in regola e di avere fatto il massimo.

Le cartelle della clinica sono state sequestrate e anche la documentazione degli ospedali che hanno detto «no» a Nicole. Ci sono dei nomi sul registro degli indagati come atto dovuto. «Sono tutti quelli che hanno avuto parte nella vicenda - dice il procuratore Giovanni Salvi - perché possano avere elementi per difendersi, ma non vi sono individuazioni di specifiche responsabilità».

Le Commissioni ministeriale e regionale sono al lavoro in un'inchiesta parallela. Dalla Regione, dove si è svolto un vertice con i manager delle strutture sanitarie e del 118 coinvolti nella vicenda è stato ribadito che non si faranno sconti. È bufera sulla sanità siciliana. E il ministro Lorenzin ha inviato gli ispettori. la neonata è stata caricata su un'ambulanza perché l'elicottero del 118, secondo gli accordi vigenti a Catania, non si alza in volo di notte. Il 118 viene tirato in ballo da uno degli ospedali, che sostiene che non abbia fatto emergere l'urgenza.

L'autopsia dirà se Nicole sarebbe sopravvissuta se fosse stata ricoverata in tempi celeri.

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