L'addio all'eroe McCain è una stoccata a Trump: "Usa grandi da sempre"

Grande assente il presidente, attaccato da Meghan (figlia del senatore) e da Obama

L'addio all'eroe McCain è una stoccata a Trump: "Usa grandi da sempre"

Una cerimonia con onori riservati solo a pochi grandi alla National Cathedral di Washington, due ex presidenti a pronunciare gli elogi funebri e un grande assente, l'attuale inquilino della Casa Bianca. Il senatore repubblicano ed eroe di guerra John McCain - morto lo scorso 26 agosto a 81 anni per un cancro al cervello - aveva pianificato personalmente le sue esequie, e proprio lui aveva chiesto espressamente che Donald Trump non fosse tra i presenti. Ma aveva voluto gli ex Commander in Chief George W. Bush e Barack Obama (amici e rivali che lo hanno battuto rispettivamente alle primarie repubblicane del 2000 e alle presidenziali del 2008) a ricordarlo durante il funerale. In prima fila c'era anche l'ex presidente Bill Clinton con la moglie Hillary, mentre in rappresentanza della first family la figlia del tycoon Ivanka e il marito Jared Kushner. The Donald da parte sua ha preferito allontanarsi dalla capitale, trascorrendo la mattinata di ieri giocando a golf in uno dei suoi resort in Virginia. Nelle stesse ore ha postato una serie di messaggi su Twitter, senza menzionare mai i funerali.

Durante la cerimonia, è stata invece la figlia del senatore Meghan, nel suo commosso tributo, a sferrare duri attacchi a Trump: non lo ha mai nominato direttamente, ma ha fatto riferimento al suo slogan «Make America Great Again» dicendo che «l'America di John McCain è generosa e conosce le sue responsabilità. L'America di John McCain non ha bisogno di tornare a essere grande perché è sempre stata grande». D'altronde non è un segreto che tra i due non corresse buon sangue: durante Usa 2016 Trump ha detto che il senatore, prigioniero per anni in Vietnam, non era davvero un eroe di guerra perché era stato catturato. Mentre la scorsa estate McCain ha assestato il colpo di grazia, con il suo no alla legge dei repubblicani per abrogare la riforma sanitaria di Obama. Proprio il 44esimo presidente, colui che ha messo fine per sempre al sogno del Maverick della politica americana di sedere nello Studio Ovale, ha pronunciato uno degli elogi funebri. «Ci ha reso presidenti migliori, così come ha reso migliore il Senato e il Paese», ha detto, parlando di «un uomo straordinario, un combattente, uno statista, un patriota che ha incarnato il meglio dell'America». Poi ha criticato quelli che «inseguono magniloquenza, insulti, e artificiose controversie»: «Una politica che finge di essere coraggiosa e dura, ma che in realtà nasce dalla paura». Parole che sono parse un velato riferimento al suo successore. George W. Bush, da parte sua, ha ricordato che McCain «riconosceva sempre come i suoi avversari fossero anche patrioti ed esseri umani, e amava la libertà con la passione di un uomo che ne conosceva l'assenza». Alla cerimonia c'era anche l'anziana madre del senatore, Roberta (di 106 anni), il 95enne ex segretario di Stato Henry Kissinger, il vice presidente Mike Pence, il segretario alla Difesa James Mattis, il ministro della Giustizia Jeff Sessions, il capo di gabinetto John Kelly e l'ex vice presidente Joe Biden. Renee Fleming è stata scelta per intonare la canzone preferita di McCain, Danny Boy, una ballata irlandese in cui un figlio probabilmente in partenza per la guerra si rivolge al padre.

E prima della cerimonia il corteo si è fermato al memoriale che ricorda i caduti del Vietnam, dove la moglie, Cindy McCain, ha reso omaggio ai soldati morti nella guerra deponendo una corona di rose. L'ultimo atto, questa volta in forma privata, è previsto per oggi, quando il senatore verrà sepolto con una cerimonia privata nel cimitero dell'Accademia Navale di Annapolis, in Maryland.

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