L'addio a Vanessa, uccisa dal suo ex. Il fratello: "Ora apriamo gli occhi"

In Procura si lavora alle relazioni a Nordio sui mancati interventi

L'addio a Vanessa, uccisa dal suo ex. Il fratello: "Ora apriamo gli occhi"
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«Superare la follia di voler possedere una persona o di voler determinare con la violenza le sue scelte». Il vescovo di Treviso Michele Tomasi parla di Vanessa Ballan, nel corso dell'omelia per l'ultimo saluto alla 26enne uccisa il 19 dicembre da un uomo con cui aveva avuto una relazione e che aveva denunciato per stalking, ma anche di tutte le Giulie Cecchettin e di tutte le vittime dei femminicidi che periodicamente scuotono l'Italia.

Castelfranco Veneto, il paese della giovane, si è stretto nel Duomo intorno alla sua famiglia, ai genitori, al fratello, agli amici più cari e al compagno Nicola, padre di suo figlio e di quello che aveva in grembo quando è stata ammazzata sulla porta di casa, nel comune di Riese Pio X, in provincia di Treviso, da Bujar Fandaj, un 41enne di origine kosovare che non voleva accettare l'abbandono di Vanessa, il fatto che dopo la sbandata avesse scelto la famiglia. Lui la perseguitava, al punto che lei aveva presentato un esposto, ma le tutele previste in questi casi purtroppo non sono scattate in tempo. E ora il ministro della Giustizia Carlo Nordio vuole capire perché. In Procura, a Treviso, i magistrati stanno ultimando le relazioni che devono essere inviate all'ispettorato di via Arenula per spiegare come mai dopo la denuncia di Vanessa non fosse stata decisa alcuna misura cautelare. Il procuratore ha negato che sul caso non sia stato fatto niente, ricordando che fu subito disposta una perquisizione in casa di Bunjar, ma in assenza dei riscontri sui messaggi intimidatori mandati dall'uomo alla giovane (Ballan li aveva cancellati dal suo cellulare, ndr) la valutazione dei pm sul caso era stata «di non urgenza».

«È troppo grande quanto è accaduto, è troppo al di fuori di ogni pur pessimistica previsione». Per il vescovo di Treviso «non c'è un senso nella brutale uccisione di Vanessa». «Questa è il male. E con il male non possiamo venire a patti», dice monsignor Tomasi durante il funerale, in occasione del quale in Veneto è stato proclamato lutto regionale. In chiesa c'è anche il governatore Luca Zaia, che chiede da una parte di inasprire ancora di più le pene e di dire basta ad ogni violenza di genere, dall'altra di fare il lavoro di comunità cui fa riferimento il fratello di Vanessa nel suo intervento. Ricordando la sorella, Nicola Ballan chiede che quanto accaduto a Vanessa «ci faccia aprire gli occhi su quello che ogni giorno ci accade intorno»: «Siamo concentrati solo su noi stessi e al massimo ad accorgerci per sbaglio solo di chi abbiamo vicino dimenticando spesso la fraternità che ci lega. Dovremmo imparare di più ad aprirci agli altri, ad essere accorti, vicini cercando di comprendere di più i cuori e non girarci dall'altra parte».

Per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari «l'indignazione non

basta». È stato lui il primo a chiedere di accertare se il caso di Vanessa sia stato sottovalutato dai magistrati: «Attendiamo dalla Procura di capire cosa è accaduto proprio per evitare il ripetersi di fatti del genere».

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