Un consiglio a Luigi Di Maio? «Devi trovarti un lavoro - suggerisce Silvio Berlusconi - per un periodo nemmeno troppo breve. Solo dopo potrai proporti per governare il Paese». I nemici sono quelli del M5S, il Pd non è una minaccia, con Matteo Salvini l'alleanza resiste e il centrodestra arriverà alla maggioranza assoluta, con il traino di Forza Italia al 30%. La summa del messaggio elettorale del leader azzurro è tutta nella sua intervista a Sette Giorni, su Rai Parlamento.
L'attacco ai pentastellati mette al centro la loro mancanza di capacità e di esperienza nel mondo del lavoro. Perché il Cavaliere, si sa, ama gli uomini di successo, quelli che hanno raggiunto degli obiettivi nella loro vita. E i seguaci di Beppe Grillo li taccia con il termine, per lui sommamente dispregiativo, di «dilettanti». «L'Italia è a un bivio - spiega Berlusconi - da un lato la nostra esperienza, la nostra concretezza, il nostro pragmatismo, dall'altro il M5s che sono dei veri e propri dilettanti, l'87% di loro non ha un'esperienza concreta di quello di cui si parla. Il loro progetto politico massacrerebbe di tasse la nostra economia e il ceto medio che loro invidiano, bloccherebbe le infrastrutture, accentuerebbe l'incubo giustizialista e isolerebbe il nostro Paese in Europa e nel mondo». Per l'ex premier sono i 5Stelle «i veri professionisti della politica, perché per loro l'unico mestiere e mezzo di sostentamento è ciò che guadagnano in Parlamento».
Dare un consiglio a Matteo Renzi «è più difficile», spiega Berlusconi, che non vede il Pd in grado di rimanere al governo e non vuole infierire perché un crollo dei dem potrebbe favorire proprio i pentastellati. Dice che la crisi non è legata a colpe del leader ma al fatto che «tutta la sinistra in Europa è rimasta al secolo scorso, allo statalismo. Ha esaurito la sua capacità di progetto e innovazione. La sfida è tra le forze che fanno parte del Ppe e i populisti come il M5s».
Quanto alle tensioni nel centrodestra, al leader della Lega che sgomita per fare il premier, il Cav getta acqua sul fuoco. «I miei rapporti con Salvini - assicura - sono buoni. Al di là dello stile diverso di fare campagna elettorale, al tavolo di lavoro è un interlocutore serio e ragionevole».
La coalizione che può vincere, per Berlusconi è quella dal volto moderato, che recupera i voti degli astenuti, «disgustati e delusi» dalla politica. E questi elettori il leader azzurro vuole convincere: «Noi abbiamo un progetto per far ripartire l'Italia». Parla di immigrazione, cavallo di battaglia del Carroccio, sul quale Fi rivendica i suoi successi. «Il mio governo - ricorda il Cav- con i patti con la Libia di Gheddafi e altri stati sul Mediterraneo aveva fermato l'immigrazione clandestina. In tutto il 2010 erano arrivati solo 4.400 migranti, quanti ne sono arrivati in un solo week end la scorsa estate. Oggi si calcola ci siano 476-490mila migranti che non lavorano e per campare sono costretti a delinquere».
Ma Berlusconi, che sottolinea l'appartenenza di Fi al Ppe, insiste sull'approccio europeo al problema, per stipulare trattati con i paesi d'origine, realizzare rimpatri e sostenere le economie locali: «I paesi del benessere dovranno varare un piano Marshall per l'Africa».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.