L'affondo di Brunetta sul governo "È eversivo e spaventa chi investe"

L'azzurro: «Temo la sindrome spagnola e il voto continuo»

L'affondo di Brunetta sul governo "È eversivo e spaventa chi investe"

nostro inviato a Marina Di Pietrasanta

«Eversivo» è l'aggettivo che Renato Brunetta usa più spesso per definire il governo gialloverde e le sue scelte. Lo è, per l'economista di Forza Italia, quella «miscela esplosiva per gli assetti economici e democratici del Paese, nata dopo le elezioni del 4 marzo «in cui ha vinto il centrodestra ma la Lega si è alleata con il M5s , in modo illegittimo, mettendo insieme diavolo e acqua santa, senza rispettare il voto degli elettori». Lo è l'idea di Matteo Salvini di presentarsi alle prossime elezioni europee mettendo insieme i diversi sovranismi, populismi, lepenismi del continente e «scassando l'equilibrio che da decenni ha garantito la pace ed è opera di popolari e socialdemocratici». Lo sono anche annunci come quello del ministro Giulia Bongiorno di un concorsone per 450 mila assunzioni nella Pa, «quando non ci sono né soldi né professionalità necessarie, soprattutto informatiche, facendo del facile populismo, che destabilizza il Paese».

È Brunetta che chiude gli incontri del Caffè della Versiliana, intervistato da Augusto Minzolini, sul palco che il giorno prima ha ospitato il presidente dell'europarlamento Antonio Tajani. Il numero due di Fi siede in prima fila e alla fine, in un incontro con la base degli azzurri, parlamentari, amministratori locali soprattutto toscani, esorta tutti a stare tra la gente, riallacciare il legame con il popolo del centrodestra, allargare le adesioni anche con le liste civiche, mobilitare dirigenti e semplici simpatizzanti per rilanciare il partito». Risponde per tutti il senatore ed ex sindaco di Pietrasanta, oggi assessore alla Cultura, Massimo Mallegni: «Siamo pronti».

Brunetta, pessimista e preoccupato, parla della crisi economica che da 10 anni mette sotto stress il Paese e del M5s che si è sviluppato proprio in quest'arco di tempo. Dice che «se un vicepremier minaccia l'Europa non è gratis, è come un risparmiatore che minaccia il direttore della banca», così quando Salvini e Di Maio parlano di non pagare i contributi all'Ue o di non votare il bilancio europeo: «Solo chiacchiere, ma che hanno pesanti conseguenze internazionali». Perché i mercati «leggono la realtà e si preoccupano, scappano i bravi capitani d'impresa che vogliono un Paese tranquillo, mentre gli speculatori approfittano del disordine». I segnali negativi del governo su Ilva, Tav, Tap, vaccini, nazionalizzazioni di autostrade spaventano gli investitori e provocano la fuga di capitali. «Io - dice Brunetta- temo la sindrome spagnola, di un voto ripetuto a breve distanza».

Minzolini lo incalza su Salvini e l'immigrazione, la Rai, la giustizia, e i punti in comune tra Lega e M5s.

«Perdono ambedue pezzi d'identità - spiega Brunetta - se Salvini, ora indagato, dimentica il garantismo del centrodestra e si allea con i 5S giustizialisti. Alla fine i due viceré appaiono nudi, uniti solo da una cosa, il potere».

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