Economia

L'allarme di Bankitalia: Pil a rischio ribasso e riforme ancora lontane

Visco sulla crescita che frena: all'estero non credono che ci libereremo di lacci e lacciuoli

L'allarme di Bankitalia: Pil a rischio ribasso e riforme ancora lontane

Sulle stime del Pil italiano «gravano rilevanti rischi al ribasso». Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco al convegno annuale Assiom Forex di Brescia, ha sostanzialmente confermato i timori espressi da tutti i maggiori istituti di previsione internazionali e, ultimo in ordine di tempo, anche dall'agenzia di rating Fitch, sullo stato di salute della nostra economia. Anzi, il numero uno ha fondamentalmente preannunciato una revisione in negativo delle stime per il 2020, attualmente ferme al +0,5%, in quanto non tengono conto della battuta d'arresto registrata nell'ultimo trimestre 2019.

Ovviamente, Visco ha elencato la consueta sequenza di fattori esogeni che pregiudicano potenzialità di crescita già di per sé modeste: tensioni geopolitiche, Brexit e le «possibili ricadute della diffusione del nuovo coronavirus» il cui «effetto potrebbe essere contenuto in pochi decimi di punto percentuale». Ed è proprio nell'apertura dell'intervento che il governatore ha chiamato in causa l'esecutivo giallorosso in generale e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, in particolare. «Non si è ancora riusciti a sconfiggere la cronica vulnerabilità legata alle prospettive di medio termine della finanza pubblica», ha detto l'inquilino numero uno di Palazzo Koch rimarcando come vi siano ancora non poche «incognite sulle eventuali misure sostitutive degli aumenti delle imposte indirette previsti dalle clausole di salvaguardia nel 2021 e nel 2022 (20,1 e 27,1 miliardi di euro rispettivamente)».

Il pessimismo nei confronti dell'Italia, ha osservato il governatore, non è infondato perché si basa su valutazioni che «presumono una carenza nella capacità di intraprendere le azioni di riforma che possono liberare le risorse produttive del Paese». Queste «percezioni» vanno contrastate «migliorando il contesto per l'attività imprenditoriale e riducendo l'incertezza, anche normativa, che frena gli investimenti privati, fondando gli interventi in materia di tassazione su una visione complessiva del sistema tributario, dando piena attuazione al programma di investimenti pubblici del governo». In questo punto Visco ha abbandonato il testo scritto e ha detto di avere «difficoltà a comprendere» la ratio di alcune scelte di politica fiscale in quanto «per assicurare stabilità del gettito bisogna affrontare le questione» da un unico punto di vista. Una critica aperta al viavai di nuove tasse durante la sessione di bilancio e al continuo cambiamento dei regimi agevolati.

Il ministro dell'Economia Gualtieri, presente anch'egli a Brescia, non ha ovviamente voluto polemizzare e si è limitato a dispensare ottimismo, ribadendo che la flessione dell'economia potrebbe essere legata a «fattori transitori», mentre «gli indicatori anticipatori sembrano invece fare pensare a un recupero nel primo semestre del 2020, al quale il governo intende concorrere». Il titolare del Tesoro ha ricordato che «il calo dello spread ha comportato un risparmio di spesa di oltre 3 miliardi nel 2019» e ha preannunciato, come al solito, l'avvio della «fase 2» di governo che prevede, tra l'altro, riforma fiscale, investimenti e semplificazioni.

Il ministro ha infine sottolineato come la questione della riforma del Fondo salva-Stati non sia chiusa e che «su alcuni aspetti si lavorerà a marzo».

Gualtieri, dunque, spera in un gesto di benevolenza da parte della Germania.

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