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Roma «Non bisogna commuoversi, non in pubblico». Silvia Venturini Fendi, direttore creativo del marchio fondato dalla sua famiglia 91 anni fa, pronuncia questa frase dura con l'estrema dolcezza di chi ha saputo elaborare un grande lutto bevendo fino in fondo l'amaro calice del distacco. La signora infatti racconta di aver conosciuto Karl Lagerfeld quando era solo una bimbetta di quattro anni e di aver subito capito che per lei era molto più istruttivo osservare quel genio al lavoro che non frequentare la scuola o il parco giochi. «Lui era molto divertito dal mio lato ribelle ricorda mi lasciava entrare nella stanza dove si riuniva con mia madre e le mie quattro zie, mi faceva capire i suoi processi creativi, mi ha insegnato a pensare fuori dagli schemi». La collaborazione tra il cosiddetto Kaiser della moda e Fendi è durata 54 anni, dal 1965 fino alla sua scomparsa il 19 febbraio scorso.
«L'ho visto per l'ultima volta il 25 gennaio racconta Silvia - e in quella occasione mi ha regalato un libro sulla Secessione Viennese mentre decidevamo di organizzare la sfilata dell'alta moda sul Colle Palatino, il cuore dell'antica Roma. Poi l'ho risentito al telefono poche ore prima della sua morte: l'ultima di innumerevoli chiamate tra noi». Il risultato di tutta questa storia di affetto sincero e di lavoro, di ragione e sentimento è «The dawn of Romanity», l'indimenticabile evento organizzato ieri sera per celebrare in un colpo solo la più lunga collaborazione di un creatore con un marchio di moda e la più bella sfilata couture di questa frenetica tornata cominciata a Parigi quattro giorni fa. I 500 invitati a questa festa per gli occhi e per il cuore sono arrivati sul colle dall'arco di Costantino, in tempo per godersi un tramonto mozzafiato sul Colosseo e su tutta l'Urbe di cui da qui si vedono solo le infinite bellezze e non la vergogna del pattume che invade le strade.
Le modelle sfilano su una passerella di travertino che collega la perfetta riproduzione di un settecentesco giardino all'italiana con lo spettacolare tempio eretto da Adriano nel 141 d.C. alle dee Venus Felix e Roma Aeterna. «Karl non c'è ma è dappertutto» dicono in tanti. Infatti Silvia non si è concessa una semplice retrospettiva ma ha compiuto un vero e proprio andirivieni nel tempo per costruire 54 modelli di sconvolgente bellezza e attualità. Un costume da bagno del 1988 diventa lo spettacolare scollo di un abito da sera in tulle e velluto nero. La mitica forma ad astuccio di cappotti e pellicce diventa una cappa in pelo ecologico, cioè cashmere effetto pelliccia. C'è il remake del bellissimo trench in seta doppiata in zibellino che Silvana Mancano indossava in Gruppo di famiglia in un interno, strepitoso film girato da Visconti nel 1974.
Se non ci fosse una pazzesca colonna sonora eseguita dal vivo verrebbe voglia di risentire la voce di Caterina Caselli che canta Momenti sì, momenti no e quella di Iva Zanicchi che letteralmente buca le orecchie con Testarda io (la mia Solitudine). Questa però non è un'operazione Amarcord: tutto risponde alle grandi domande della vita «chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo». Non a caso Serge Brunschwig, presidente e amministratore delegato del brand romano controllato dal potente gruppo Louis Vuitton Moet Hennessy, spiega che Fendi investirà due milioni e mezzo di euro per il restauro dei fori imperiali. Silvia, invece, spiega di aver incrociato le suggestioni tratte da Ver Sacrum (il famoso libro regalatole da Karl è in realtà una rara edizione dell'organo ufficiale del Secessionismo fondato nel 1898 da Klimt) con quel che ha imparato su Marmora Romana, un saggio scritto da Raniero Gnoli e pubblicato da La nave di Teseo. Infatti tra i capi si riconoscono le grafiche dei pavimenti delle chiese di Roma realizzate con ricami, intarsi e incredibili accostamenti di colori e materiali. Anche sugli accessori tra cui le meravigliose minaudiere ci sono riferimenti tra l'inclito e il pop del marmo pavonazzetto, del fior di pesco, del giallo d'Africa e dell'alabastro.
Tra il pubblico ci sono così tanti vip che non si sa dove guardare.
Tra gli altri si riconoscono: Susan Sarandon, Catherine Zeta Jones, Luca Guadagnino, Maria Grazia Chiuri, Haider Hackerman, Jason Mamoa (il Drogo de Il trono di spade, perfino più alto di quel che sembra in tv), Chiara Ferragni e il marito Fedez. Dopo lo show tutti a cena nella vigna Barberini. Neanche Putin in visita a Roma proprio ieri ha avuto una serata così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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