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L'alternativa: dissalare l'acqua marina. Costa soltanto due euro al metro cubo

Gli esperti: "Il metodo funziona, serve snellire la burocrazia". Nel Pnrr 4,4 milioni per costruire nuove infrastrutture idriche

L'alternativa: dissalare l'acqua marina. Costa soltanto due euro al metro cubo

Rendere potabile l'acqua del mare costa 2-3 euro al metro cubo. Trasportare le cisterne costa invece fra i 13 e i 14 euro al metro cubo. Basterebbe questo dato a far capire quanti vantaggi potrebbe portare la desalinizzazione. Ovviamente il processo, poco cavalcato in Italia, non darebbe risultati dall'oggi al domani ma sarebbe una soluzione relativamente rapida e soprattutto utile in vista di nuovi periodi di siccità.

«La dissalazione spiega l'economista Alessandro Marangoni, ceo dell'azienda Althesys che, assieme alla società spagnola Acciona ha scritto il paper La desalinizzazione, una risposta alla crisi idrica - è una risposta attuabile in tempi brevi all'emergenza idrica. Nonostante le ragioni economiche e ambientali che la sostengono, questa soluzione viene invece frenata da un quadro normativo e socio-politico sfavorevole. Per svilupparla è pertanto necessaria una maggior attenzione da parte delle istituzioni e degli enti locali sul fronte infrastrutturale e un quadro normativo adeguato».

Il freno principale è nascosto nei cavilli della legge Salvamare, che impone un iter burocratico molto complicato. Eppure si prevede un'ulteriore diminuzione dei prezzi: se, nel 2019, erano scesi per la prima volta sotto i 0,50 dollari, il 2020 ha visto un nuovo record storico, con il prezzo che si è attestato a 0,28 dollari al metro cubo. «Dal punto di vista energetico - spiega Marangoni - la desalinizzazione può offrire forti sinergie con le rinnovabili: le zone aride, dove i dissalatori sono più usati, sono anche quelle con il maggior irraggiamento solare e quindi più adatte al fotovoltaico».

Un'occasione per lanciare il settore sono i fondi del Pnrr: il piano di rilancio individua quattro voci di investimenti con lo scopo di «garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l'intero ciclo» per 4,38 miliardi di euro di fondi, circa 51% nel Mezzogiorno, delle quali poco meno della metà sono dedicate ad infrastrutture per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico.

La desalinizzazione ha conosciuto nell'ultimo mezzo secolo una forte crescita, con un tasso medio dell'8% annuo. Al 2020 è impiegata in 183 Paesi, quasi la metà della capacità totale (47,5%) è nei Paesi del Medio Oriente. Globalmente sono operativi circa 16mila impianti, per una capacità totale di oltre 78 milioni di metri cubi al giorno. In Europa, sono soprattutto i Paesi mediterranei quelli interessati alla desalinizzazione, che infatti ha conosciuto notevole sviluppo soprattutto in Spagna, dove al 2021 risultano installati circa 765 impianti. Tra questi, anche installazioni di grande taglia al servizio di aree urbane importanti, come nel caso di Barcellona.

Che sarebbe un esempio da imitare, soprattutto nelle città del Sud Italia.

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