Economia

L'altolà del Garante: l'assalto di Vivendi è vietato dalla legge

Il governo fa pressioni su Parigi. L'Autorità delle comunicazioni: allarme concentrazioni

L'altolà del Garante: l'assalto di Vivendi è vietato dalla legge

Il governo concentrato sulla diplomazia, con un occhio alle possibile contromisure per fermare la scalata a Mediaset. L'Autorità garante delle Comunicazioni che rompe il silenzio e, semplicemente ricordando cosa prevede la legge italiana, lascia intravedere la possibilità di un veto. Operazioni come quella di Vivendi «potrebbero essere vietate». Insomma, se Vincent Bolloré pensava, come è stato detto, di trovare politica e istituzioni distratte dal cambio della guardia a Palazzo Chigi, ha fatto un errore di valutazione. Dopo il «vigileremo» del ministro Carlo Calenda, ieri sera si è fatto sentire ufficialmente il garante delle Comunicazioni. Seguirà l'operazione francese sul gruppo media italiano, per verificare se rispetta la legge.

Giudizio rinviato, ma l'Authority presieduta da Angelo Marcello Cardani un'idea sembra avercela già. Il testo unico dei Servizi di media audiovisivi e radiofonici, ha ricordato il Garante, «stabilisce un divieto al superamento dei tetti di controllo». Questi la regola generale: «Le imprese di comunicazioni elettroniche che detengono nel mercato italiano una quota superiore al 40%, non possono acquisire ricavi superiori al 10% del Sistema integrato», composto da tv, radio, editoria.

Limiti che Vivendi supera, stando a una «preliminare analisi su dati 2015». Telecom Italia «il cui azionista di maggioranza è il gruppo Vivendi con una quota del capitale sociale del 24,68%», risulta «il principale operatore nel mercato delle comunicazioni elettroniche, detenendo il 44,7% della quota nel mercato prevalente delle telecomunicazioni». Quindi sopra la soglia del 40%. Allo stesso tempo, Mediaset «raggiunge nel 2015 una quota del 13,3% del Sic». Quindi più della soglia dei dieci punti. Per l'Agcom «questi dati evidenziano che operazioni volte a concentrare il controllo delle due società potrebbero essere vietate». In altre parole, è possibile il veto sull'operazione di Vivendì, che in due giorni è passata dal 3 al 20% del capitale Mediaset.

Ieri, dopo la durissima nota del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che ha definito ostile e inappropriato l'acquisto di azioni italiane da parte del gruppo di Bolloré, è intervenuto il ministro della Giustizia Andrea Orlando: «Il Governo non può impedire una dinamica di mercato, ma può mettere, come fatto dal ministro Calenda, dei paletti». Mediaset è «un'azienda che opera in un settore particolare, su concessioni pubbliche - ha aggiunto Orlando - credo che il Governo abbia strumenti di condizionamento che dovrebbe utilizzare, non guardando a chi è il proprietario di quell'azienda, ma ai 20mila dipendenti e al fatto che è un'azienda che opera in un settore che riguarda tutti gli italiani, quello dell'informazione».

Ma la linea da tenere è decisa e resta quella annunciata mercoledì: seguire passo passo le mosse del finanziere francese e difendere Mediaset. Il sostegno del premier c'è e anche ieri Paolo Gentiloni ha seguito il dossier da Bruxelles dove si trovava per il Consiglio europeo. Manca lo strumento e forse la speranza è che non serva.

Per il momento prevale la diplomazia, spiegava ieri una fonte del governo. Ma gli strumenti per fermare la scalata ci sono. Ad esempio la golden power, versione della golden share applicabile anche ai privati che operano nei settori strategici. Un ostacolo potrebbe arrivare dall'Unione europea, che vieterebbe ostacoli a un gruppo solo per il fatto di non essere italiano. Ma dalla Commissione europea potrebbe arrivare anche un aiuto dalle norme antitrust.

Comunque la politica ha fatto muro. Ieri in difesa di Mediaset si è pronunciato il sindacato, con il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, poi Sinistra italiana con Stefano Fassina. Unici a scagliarsi contro il governo per la difesa di Mediaset, alcuni esponenti Movimento 5 stelle.

«Antiberlusconismo» del «Mouvement 5 étoiles» ha ironizzato Elvira Savino, di Forza Italia.

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