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L'Anm non molla: vuole lo stop ai referendum

Giuseppe Santalucia, Presidente dell'Associazione nazionale magistrati, continua la sua campagna contro i referendum sulla giustizia. Intanto, in tre giorni, più di 100mila cittadini hanno firmato

L'Anm non molla: vuole lo stop ai referendum

Mentre in appena tre giorni più di 100 mila italiani hanno firmato per i sei referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali, il Presidente dell'Anm, l'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia si è espresso in maniera fortemente contraria.

Il motivo, per lo meno da ciò che emerge dalle sue dichiarazioni, è che in questo momento i sei referendum non sono funzionali all'azione del governo: "I referendum sono nel nostro sistema abrogativi, poi bisogna dare la parola al Parlamento. Farlo nel momento in cui il governo ha messo su un cantiere così ricco di riforme non lo comprendiamo". L'Anm dovrebbe però comprendere, vista l'altissima partecipazione dei cittadini, la necessità e la voglia degli italiani di riformare il Csm e di cambiare un sistema che è diventato ormai troppo lento.

Numero delle firme che è destinato a salire esponenzialmente dal momento che Matteo Salvini sarà presente le prossime settimane ai banchetti di tutta Italia e dato che anche Fratelli d'Italia ha annunciato che comincerà a raccogliere nomi e cognomi. Il partito della Meloni ha però deciso che lo farà per 4 proposte su 6, escludendo quelle sulle misure cautelari e sulla legge Severino perchè da loro considerate "figlie più della legittima cultura radicale che della destra nazionale".

Eppure, la campagna in questione sembra proprio non convincere l'Associazione nazionale magistrati. Santalucia dopo che la scorsa settimana ha invocato "una ferma reazione" da parte dell'Anm in quanto ritiene che i cittadini non abbiano il diritto, che in realtà è decretato dalla Costituzione, di esprimersi su ciò che propongono i sei referendum, continua ad essere fortemente contrario. "Ancora non conosciamo i testi degli emendamenti che saranno portati oggi in Cdm, conosciamo i lavori della Commissione ministeriale, ci sembra di capire che l'indirizzo sia quello della prescrizione processuale, con tempi previsti di 2 anni per il processo d'appello e un anno per quello in Cassazione" dichiara a Radio anch'io. E aggiunge: "A livello personale, resto un po' perplesso, occorrerebbe una buona disciplina transitoria. I processi in appello possono essere molto diversi tra loro, un tempo unico per tutti non credo vada bene, penso sia necessaria una disciplina transitoria".

Nonostante dall'Associazione nazionale dei magistrati non siano convinti, a sorpresa questo weekend ha firmato a favore dei quesiti proposti dalla campagna referendaria, oltre che una lunghissima lista di personalità, proprio un ex presidente dell'Anm: Luca Palamara, già al centro del terremoto che negli scorsi mesi ha scosso la magistratura.

Probabilmente perché dopo il momento della denuncia è necessario il tempo della riforma e questi referendum possono essere la via più rapida, senza togliere poteri al Parlamento, per una riforma e velocizzare la giustizia italiana.

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