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L'ansia di Berlusconi "Il mondo produttivo rischia di pagare un prezzo altissimo"

L'ex premier preoccupato per la ripresa in autunno: "Il governo è incapace di risposte credibili". Le critiche di Fi su tasse, bonus e lavoro

L'ansia di Berlusconi "Il mondo produttivo rischia di pagare un prezzo altissimo"

Arriva il dl Agosto, ma non mitiga la preoccupazione di Silvio Berlusconi e di Forza Italia. È grande, quella del leader azzurro, «per la sorte di gran parte del mondo produttivo, che alla ripresa autunnale rischia di pagare un carissimo prezzo alle conseguenze della pandemia da coronavirus e all'incapacità del governo di dare risposte credibili in tempi accettabili». Il tweet del Cavaliere non entra nel merito degli ultimi provvedimenti per la Fase 3, ma ad attaccare ci pensano i suoi.

La sintesi del giudizio negativo la fa ai tg la «fedelissima» di Berlusconi, Licia Ronzulli: «Migliaia di lavoratori - spiega la vicepresidente del gruppo di Fi al Senato - rischiano il licenziamento in autunno, il bonus ristoranti è in bilico, le tasse non saranno prorogate, il 60% degli italiani non andrà in vacanza e sarà un ulteriore colpo per il turismo e l'economia. Così rischiamo davvero il baratro».

Per Anna Maria Bernini «la maggioranza naviga in ordine sparso alla ricerca del solito compromesso al ribasso». La capogruppo dei senatori critica il blocco dei licenziamenti «che rischia di aggravare la crisi occupazionale» e il bonus ristoranti: «Invece di renderlo più agevole, individuando un sistema di rimborsi rapido e senza complicazioni burocratiche, il governo pare stia imboccando la strada opposta, abrogandolo in culla. Ma dopo la scelta del lockdown nazionale che ha messo in crisi l'intero settore senza distinzioni geografiche, servono aiuti strutturali e immediati per sostenere un comparto che dà lavoro a oltre due milioni di dipendenti e alimenta l'altra grande eccellenza dell'agroalimentare».

Le perplessità sulla proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione, le esprime anche Sestino Giacomoni, parlando di «una misura di emergenza, che rinvia i problemi di qualche mese ma non li risolve». La richiesta al governo è di concentrare gli sforzi nell'aiuto alle imprese che stanno provando a reagire, facendo ripartire l'economia, invece di accontentarsi di farle sopravvivere per qualche mese. «Lo Stato - propone Giacomoni, che fa parte del direttivo di Fi- si faccia carico di tutti i contributi da pagare per i prossimi mesi. Le aziende così potranno tornare a produrre con un costo del lavoro dimezzato, pagando solo quello che va direttamente al lavoratore, che a sua volta percepirà uno stipendio pieno e non ridotto del 20% come avviene con la cassa integrazione. Lo Stato avrà un risparmio perché anziché pagare l'80% della cassa integrazione pagherà il 33% dei contributi a quei settori in crisi che provano a riaprire la loro attività».

E poi c'è la mancata proroga del pagamento delle tasse. Fi aveva chiesto che il termine di riscossione fosse spostato almeno a fine anno e senatori di Gilberto Pichetto Fratin e Roberta Toffanin avvertono: «Il no alla proroga sarebbe uno schiaffo a chi ha sempre pagato le tasse, ma adesso chiede solo di sapere quanto versare e il giusto tempo per farlo viste tutte le complicazioni sorte a causa della pandemia».

Franco Dal Mas esorta il premier Giuseppe Conte a tener fede alla promessa di approvare la cedolare secca per gli esercizi commerciali.

«Una misura davvero decisiva - sottolinea il senatore azzurro- per risollevare un comparto fondamentale per l economia del nostro Paese, letteralmente in ginocchio per il Covid-19».

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