Cronache

L'appello a Mattarella: "Amnistia per i medici in prima linea col virus"

La lettera al capo dello Stato: "I dottori abbandonati dal loro Ordine, che va abolito"

Medici in corsia contro il Covid (La Presse)
Medici in corsia contro il Covid (La Presse)

«I medici non diventino capro espiatorio per tutti gli errori commessi durante la pandemia». Proprio mentre su di loro - che sono stati eroi, vittime e instancabili doppio turnisti - sta piombando una valanga di cause legali, arriva la richiesta di amnistia, cioè di annullamento di (eventuale) reato legato ai decessi o alla cura sbagliata dei malati Covid. A chiederla al presidente della Repubblica Sergio Mattarella è l'associazione «L'eretico», presieduta dal magistrato ed ex politico Angelo Giorgianni e fondata da Giulio Tarro, il virologo antivaccinista espulso dalla Società Italiana di Immunologia Clinica e Allergologia dagli anni Ottanta. Alla richiesta si unisce anche Pasquale Mario Bacco, medico legale e ricercatore di Meleam, società specializzata in medicina del lavoro, che in questi mesi è spesso stato in controtendenza sulle teorie Covid.

Di fatto l'associazione scagiona i singoli medici da ogni forma di responsabilità penale perchè gli errori (parecchi) sono riconducibili non a loro ma al sistema, agli enti delegati a decidere e al governo: l'errata diagnosi di insufficienza polmonare, le mancate autopsie per capire le reali cause della morte dei pazienti, le forniture tardive del materiale di protezione, le indicazioni contraddittorie provenienti dall'Oms.

Ma l'associazione non si limita a difendere i camici bianchi. Va anche d'affondo contro l'Ordine che li rappresenta, chidendone l'abolizione. «Non pare fuori luogo si legge nella lettera indirizzata a Mattarella - prendere in considerazione, lo scioglimento della Federazione Nazionale Ordini Medici, che in questi mesi sembra aver disatteso gravemente al proprio ruolo, tradendo gli scopi statutari e giungendo altresì ad avviare procedimenti disciplinari nei confronti dei propri associati che - lungi dall'essersi resi colpevoli di imperizia o colpa nell'esercizio della professione - hanno espresso dissenso rispetto all'impostazione ideologica dell'Ordine».

Secondo il presidente Giorgianni, l'Ordine dei Medici è responsabile di non aver evidenziato che le indicazioni terapeutiche ed operative dettate dal Governo, fossero prive di evidenza scientifica, quale la mancata effettuazione delle autopsie e il ricovero di soggetti infettati dal Sars-cov2 all'interno delle Rsa, «elementi che hanno determinato quella che molti definiscono una strage di Stato».

Immediata la reazione dell'Ordine, che ancora sta piangendo la morte «sul campo» di 172 colleghi. «Mai come in questo periodo ci siamo attivati per far arrivare le mascherine anche quando erano introvabili - insorge il vice presidente Giovanni Leoni - La categoria ha cercato di fare il possibile. Anche sulle autopsie: è grazie alle prime 50 autopsie effettuate in Lombardia che si è capita la vera causa di morte dei pazienti Covid: l'embolia». Ragionando al di là delle provocazioni e analizzando la proposta dell'amnistia dei camici bianchi, Leoni racconta di una posizione un po' più moderata dei rappresentanti istituzionali dei medici: «Più che di amnistia - spiega - durante le ultime riunioni ci siamo confrontati sull'ipotesi eliminare la condanna penale e di lasciarla solo in caso di dolo, cosa che non si può escludere nemmeno in questo periodo di estrema emergenza».

Scopo dei membri dell'associazione «L'Eretico» è creare un clima di collaborazione per ricostruire la verità nel periodo più difficile della sanità italiana. E per farlo i medici si devono sentire protetti e non minacciati di condanne penali. «Sarà proprio il personale medico a descrivere e confermare le criticità nella gestione dell'emergenza - scrive Giorgianni -.

E come a Norimberga vennero condannati gli alti ufficiali nazisti ed assolti i subalterni che si erano limitati ad obbedire agli ordini superiori, così una commissione d'inchiesta dovrà valutare l'operato del Governo e dell'Ordine senza coinvolgere chi si impegnava eroicamente a contatto con i pazienti».

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