Le incognite di una Forza Italia divisa in quattro

Renzi vuole approfittare dello stato confusionale in cui versa Forza Italia. Lotti sta lavorando su deputati e senatori insoddisfatti per formare un gruppetto di responsabili

Le incognite di una Forza Italia divisa in quattro

Si naviga a vista. Al punto che gli eventuali contraccolpi iniziano lentamente ad entrare nella sfera dell'imponderabile. Difficile, infatti, fare previsioni quando alle divergenze politiche e strategiche si vanno aggiungendo incomprensioni che sono soprattutto umane e personali. Nonostante Silvio Berlusconi cerchi di tenere insieme il tutto, Forza Italia è infatti divisa per correnti, lacerata in tre, forse quattro pezzi. Ci sono i cosiddetti lealisti, il cerchio ristretto di chi è più vicino all'ex premier, un gruppo che fa capo a Giovanni Toti e che durante l'Ufficio di presidenza di ieri ha portato a casa la decisa presa di distanza dal patto del Nazareno. Ci sono poi i fittiani, la pattuglia di parlamentari che rispondono a un Raffaele Fitto che ieri ha voluto mostrare plasticamente la sua distanza da Berlusconi convocando una conferenza stampa proprio mentre a Palazzo Grazioli andava in scena l'Ufficio di presidenza. Un «atto ostile», è stato il commento in privato del leader azzurro. Ma ci sono pure Denis Verdini e il suo gruppetto di fedelissimi, perché ormai da giorni quello che è uno degli artefici del patto del Nazareno è sul banco degli imputati, al punto che in molti ne chiedono un passo indietro. E poi c'è un quarto blocco - decisamente più trasversale, fluttuante e soprattutto silenzioso - che mette insieme i tanti insoddisfatti che ci sono nelle fila di Forza Italia.

Un panorama decisamente caotico. Nel quale questa volta rischia di far fatica a districarsi persino uno abile come Berlusconi. Di situazioni tese, infatti, in Forza Italia se ne sono viste tante in questi venti e passa anni, fin dal primo congresso che si tenne ad Assago nel 1998. Mai, però, la frattura è apparsa così profonda, mai le divergenze così sentite. Il rischio, insomma, è che da questo braccio di ferro - che non è solo politico - ne possano uscire sconfitti tutti. Che non prevalga una linea chiara, ma più semplicemente il caos. Con Matteo Renzi che pare deciso ad approfittare proprio dello stato confusionale in cui versa Forza Italia.

Non è un caso che da settimane Luca Lotti stia lavorando su deputati e senatori insoddisfatti (tra cui molti azzurri) per mettere su quel gruppetto di responsabili che servirebbero a blindare i numeri del governo al Senato e rendere Forza Italia ininfluente.

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