C on lo show down romano, le amministrative della prossima primavera sono destinate a diventare una sorta di tornata di midterm . Un banco di prova decisivo per un governo e un premier che non sono passati per un'investitura popolare. Si voterà, infatti, nelle principali città del Paese: non solo Milano, Napoli, Torino, Genova e Bologna ma, appunto, anche Roma (a meno che Ignazio Marino non decida di ritirare le dimissioni o che l'esecutivo arrivi a posticipare il voto per il solo Campidoglio con un decreto ad hoc , due ipotesi al momento alquanto improbabili).
Sono tutte amministrazioni dove governa il centrosinistra, con il rischio concreto di una vera e propria debacle per il Pd. Un contemporaneo cambio della guardia a Milano, Roma e Bologna, infatti, potrebbe avere contraccolpi imprevedibili sulla tenuta di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Tre sconfitte che, a guardare i sondaggi di questi giorni, non sono affatto un'ipotesi di scuola. Non è un caso l'accelerazione impressa ieri da Renzi che ha, di fatto, aperto la campagna elettorale che ci porterà alle Amministrative del 2016 puntando tutto sul taglio delle tasse sulla casa e sgravi fiscali alle imprese.
Eppure, nonostante la partita sia complessa e con diverse sfide sul tavolo, resta Milano il vero laboratorio da cui rilanciare il centrodestra. Non solo perché è storicamente la culla dell'alleanza tra Forza Italia e Lega, ma anche perché è qui che Ncd ha un suo piccolo feudo affidato ai voti di Comunione e liberazione. A Milano, insomma, è possibile testare uno schieramento che tenga dentro tutte le anime di quello che dovrà essere lo schieramento che sfiderà Renzi alle prossime politiche. Non è un caso che i vertici lombardi della Lega continuino a fare pressioni su Maurizio Lupi affinché si sganci da Angelino Alfano così dal poter essere il candidato unitario di tutta la coalizione di centrodestra.
Ben diverso, invece, è lo scenario a Roma. Non solo perché Forza Italia si presenta divisa tra pro e contro Marchini o perché Ncd non tocca di fatto palla, ma soprattutto per il ruolo del M5S che rischia di essere centrale nella partita per il Campidoglio.
Così, ci sta che a Roma si ragioni sul modello Venezia, cioè su un candidato civico che vada oltre i partiti che, dopo le vicende di Mafia capitale, sono sia a destra che a sinistra ai loro minimi storici. Di qui le ottime chances di Alfio Marchini, ben quotato nei sondaggi ma su cui pesa il veto di Fratelli d'Italia e di Giorgia Meloni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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