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"Larghe intese? Non servono per fermare Grillo"

"Larghe intese? Non servono  per fermare Grillo"

Milano - Riecco Stefano Parisi. «Energie per l'Italia non è una lista. Siamo un partito, stiamo costruendo un movimento politico» dice colui che è stato candidato sindaco di Milano e adesso è attivissimo a Palermo, per le elezioni regionali di novembre. Fiero di aver scovato «per primo» il candidato Nello Musumeci, si mostra convinto di poter rinnovare la vita politica italiana con un «soggetto politico totalmente nuovo», saldamente ancorato nel centrodestra.

I risultati tedeschi, con la grande coalizione di Angela Merkel messa insieme per fermare la destra, sono per lui motivo di preoccupazione. «Una grande coalizione da noi sarebbe un errore gravissimo, un abbraccio tra partiti malati per fermare i 5Stelle. Un centrodestra alleato con la sinistra, o Forza Italia con il Pd, sarebbe il disastro che stanno facendo in Germania. Invece io sono convinto che il centrodestra possa vincere senza stampelle» dice il leader di Energie per l'Italia.

L'occasione del colloquio è un convegno al Teatro Parenti di Milano per parlare della flat tax con aliquota unica al 25 per cento, proposta dall'istituto Bruno Leoni, anche se Parisi ritiene che sia presto per parlare di aliquote. E se l'assenza di una legge elettorale a sei mesi dal voto è qualcosa che non ha paragoni «in nessun altro Paese del mondo», lui è convinto che ora non si possa parlare di leadership: «Agli italiani non interessa sapere chi è il candidato premier ma risolvere i loro problemi. Dopo le elezioni, il partito che prenderà più voti, se sarà capace di esprimere una personalità in grado di guidare il governo, guiderà il governo».

Pochi dubbi sui 5Stelle: «un pericolo», con Di Maio che «non è persona all'altezza di governare la quinta potenza mondiale, come non lo è la Raggi di governare Roma. Io non mi permetterei mai di candidarmi a qualcosa che non so fare.

In questo c'è una disonestà morale profonda».

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