L'arrivo di Donald: "Vedrò Giorgia"

L'abbraccio dei grandi al Pontefice. Zelensky in forse fino all'ultimo. Ci sarà Biden

L'arrivo di Donald: "Vedrò Giorgia"
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Il più visibile sarà il presidente argentino, Javier Milei. Ma chi aspira a far più rumore, anche solo con un cinguettio su X o sul social Truth, è Donald Trump. Prima di salire sull'Air Force One ieri ha avuto la brillante idea di dare lui, già businessman agnostico, la patente di cristianità al Papa defunto: «Amava davvero il mondo ed era un bravo cristiano - le sue parole riportate dall'Ansa -. L'ho incontrato due volte, un tipo fantastico». I leader si collocheranno oggi alla destra del sagrato, guardando la Basilica di San Pietro: oltre 160 delegazioni dovranno sottostare a severi protocolli. A destra dell'altare. Dopo l'Argentina, Paese natio di Bergoglio, l'Italia: rappresentata dal capo dello Stato Mattarella. L'ordine proseguirà con «i sovrani regnanti in ordine alfabetico in lingua francese, a seguire i capi di Stato sempre in ordine alfabetico», ha spiegato la Sala Stampa vaticana.

L'ex presidente Usa Biden, cattolico, non fa parte della delegazione ufficiale ma sarà nel settore autorità; solo più indietro. Trump, prima di partire per Roma con la first lady ha incolpato ancora lui per la guerra in Ucraina. Poi l'annuncio: vedrò Meloni. «Andrò a rendere omaggio» al Papa, ha spiegato, «incontrerò il primo ministro» e informalmente «molti leader». È il primo viaggio internazionale dal suo insediamento. E The Donald vuol renderlo produttivo aldilà del solenne rito. «Possibile» un incontro con Zelensky, filtra da Washington. Occasione propizia per mostrarsi aperti al dialogo con chi negli ultimi giorni ha marcato distanze di vedute su come chiudere il conflitto. Da Kiev il presidente ucraino ieri ha però messo in forse il suo arrivo. Causa: incontri militari. Bufera sulla frase dell'eurodeputata Pd Lucia Annunziata: «Zelensky è un uomo morto, si tratta solo di capire quando deve partire l'aereo che poi faranno esplodere».

Con il mondo a dare l'ultimo saluto a un Papa che in 12 anni ha chiesto costantemente sforzi di pace, senza dimenticare la «martoriata ucraina», un seminato diplomatico Usa da sviluppare successivamente non è da escludere. Presidente russo assente come il premier israeliano Netanyahu. Putin ha inviato la ministra della Cultura Lyubimova. Nella delegazione Usa, anche il consigliere per la sicurezza nazionale Waltz, la chief of staff Wiles con i suoi 4 vice, il capo comunicazione. Un colloquio «volante» fra l'inquilino della Casa Bianca e l'ateo Starmer sull'Ucraina potrebbe svolgersi, ipotizzano fonti vicine a Downing Street. Il premier britannico sarà affiancato dal ministro degli Esteri; presente anche il principe William in vece di Re Carlo III.

Nessuno vuol rovinare la coralità dell'abbraccio del mondo al Vescovo di Roma. Ma non si esclude di vivere le esequie dando seguito al messaggio seminato da Francesco nei 47 viaggi in 66 nazioni. Ieri la premier ha ricevuto il primo ministro britannico Keir Starmer. Tra i primi ad arrivare ieri a Ciampino pure il premier dell'Ungheria Orbán che ha reso omaggio al feretro ed è stato ricevuto a Palazzo Chigi da Meloni nell'ambito di una visita di cortesia; i presidenti di Germania, Irlanda, Angola, Austria, Togo, Lituania e Libano; delegazioni dal Brasile con Lula, dagli Emirati Arabi Uniti, Azerbaijan; rappresentanze da Africa, Asia e Medio Oriente; una delegazione palestinese; il Segretario generale Onu Guterres; i tre vertici Ue; autorità di altre religioni. Alleati e rivali, amici e potenti di carature diverse per un giorno ridimensionate dall'alfabeto.

Nessun bilaterale per il francese Macron. Oggi sarà in piazza: «Come doveroso». Ieri, con Brigitte, in Basilica; ultimo saluto al pastore simbolo di una Chiesa vicina alle periferie, mentre lui è accusato in patria d'esser distante dalla Francia profonda.

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