Cronache

L'assalto all'Italia non si ferma. Oltre 1.800 arrivi a Lampedusa

Le partenze da Libia e Tunisia sono riprese, il sindaco chiede di vedere il premier. E sull'isola esplode la protesta

L'assalto all'Italia non si ferma. Oltre 1.800 arrivi a Lampedusa

I soliti buonisti continueranno a far finta di niente, trincerandosi dietro all'ipocrisia di chi si erge a paladino dell'accoglienza non rendendosi conto che l'illegalità legata all'immigrazione clandestina rende l'Italia un Paese senza futuro. Perché l'invasione registrata nelle ultime ore a Lampedusa è qualcosa di veramente preoccupante. Oltre 1.800 migranti sono sbarcati in più volte sulle coste dell'isola più a sud dello Stivale. Arrivati per lo più su barconi provenienti dalla Libia, con sopra cingalesi, pachistani, subsahariani o su imbarcazioni più piccole, partite dalla Tunisia. E mentre la nave Ong Geo Barents attende un porto per lo sbarco, rigorosamente italiano, visto che solo la nostra nazione è così permissiva che fa entrare chiunque, a Lampedusa si consumano scene tragicomiche, con il sindaco Totò Martello che un giorno dice di volere i migranti e se la prende col centrodestra e l'altro si scaglia contro il governo. Ora chiede «un incontro con il premier Mario Draghi. Solo stamani (ieri per chi legge, ndr) - si lamenta - ne sono arrivati circa 600. Chiedo di essere ricevuto per affrontare il fenomeno delle migrazioni attraverso lo sguardo di un territorio di frontiera». E prosegue: «Il sistema delle navi quarantena sta funzionando, l'hotspot viene svuotato con trasferimenti continui, ma quando non ci sarà più il Covid e le navi quarantena come si affronterà il tema? Gli sbarchi a Lampedusa non sono una novità. Il punto è che si continua di fatto a gestire solo l'accoglienza, facendolo con la logica dell'emergenza continua». Per lui occorre «un approccio diverso. Si continua a non lavorare sulle partenze, sugli sbarchi, su questo aspetto non c'è nessun passo in avanti. Da anni».

A scagliarsi contro il primo cittadino il coordinatore locale di Forza Italia, Rosario Costanza: «Non capisco cosa blatera il sindaco. Ci sarà bisogno di una fiscalità di vantaggio, se continua così. A Lampedusa continua l'invasione con il governo che si dimostra totalmente incapace di gestire il fenomeno. Martello è andato a rilasciare un'intervista dicendo che l'isola può accogliere con questi numeri: è un delinquente politico e vuole rovinarci la stagione turistica e l'attività di pesca. Già abbiamo un prezzo del gasolio a 87 centesimi, il doppio della Sicilia. Ma dove dobbiamo arrivare?». E prosegue: «A causa del sequestro del deposito di carburante arrivano molti meno voli, ma i migranti entrano. L'hotspot è diventato un lager. Solo una minima parte dei clandestini finisce sulle navi quarantena. Il resto viaggia sui traghetti di linea. Vergognoso». Rincara la dose il coordinatore della Lega, Attilio Lucia: «Che dire? Che è una vergogna. Nessuno fa niente e vedo troppo silenzio anche da parte delle opposizioni. Il sindaco parla, cambia idea di continuo. Noi siamo preoccupati per il turismo. Abbiamo 1.400 persone in un hotspot che ne può contenere molto meno. Questo non è un Paese civile».

I dati parlano chiaro: al 15 giugno sono sbarcati sulle coste italiane 17.698 clandestini contro i 5.637 dello scorso anno e i 2.151 del 2019. Nonostante i contatti avviati dal governo con Libia e Tunisia, che in un primo momento avevano fatto pensare a uno stop, adesso le partenze sono riprese e senza un intervento incisivo proseguiranno per tutta l'estate. Sui social gli scafisti continuano a invogliare, alla luce del sole, le partenze verso l'Italia, mettendo prezzi, persino le foto e i nomi di coloro che sono arrivati.

Ecco perché appare sempre più incomprensibile questo immobilismo nei confronti di un fenomeno che si potrebbe bloccare semplicemente individuando i trafficanti di esseri umani, grazie a internet noti a tutti.

Ma l'Italia è così: un Paese in cui si chiacchiera molto e si fa poco.

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