Il pc della vittima, un video delle telecamere di sicurezza e - forse - il soggetto di un quadro. Il mistero sull'omicidio Ashley Olsen, la bella 35enne americana strangolata l'altroieri nel suo appartamento (o forse portata lì dopo essere stata ammazzata altrove) nel centro di Firenze, ruota attorno a questi tre elementi. Il cadavere della giovane è stato trovato seminuto sul letto, un leggero rossore all'altezza del collo. Strangolata. Convocato subito in questura il suo fidanzato, Federico Fiorentini, apprezzato pittore con curriculum di tutto rispetto. È stato lui a trovare il corpo senza vita di Ashley dopo un - sostiene Fiorentini - un «black out di due giorni successivo a un litigio». Quarantotto ore fondamentali per venire a capo di questo delitto maturato nella zona bohémien degli artisti: un dedalo di vie compreso via Santa Monaca (la strada dove abitava Ashley) e i quartieri di San Frediano e Santo Spirito. Una zona di cui Ashley si era subito innamorata quando dalla Florida era arrivata nel capoluogo fiorentino, per poi trasferirsi definitivamente qui rapita dal fascino di una città senza tempo. L'ideale per una ragazza come lei, amante del bello e dell'arte. Le stesse passioni che divideva con Federico Fiorentini che due giorni fa («preoccupato - sostiene lui - dal prolungato silenzio di Asheley») è entrato in casa della fidanzata, trovandola morta. Il giorno stesso la polizia lo ha interrogato per ore, e ieri è tornata a farlo.
Un sopralluogo è stato fatto sia in casa del pittore sia nel suo studio. Fotografati perfino i quadri, alla ricerca di qualche indizio utile. E la mente va subito alla scena clou del film Profondo rosso di Dario Argento dove il volto dell'assassino (grazie a un gioco di specchi) finisce immortalato nell'angolo di una cornice. Ma quella della «pista artistica» è per gli inquirenti fiorentini più di una suggestione. Ashley era un'appassionata dell'«Oltrarno Pop» e frequentava soprattutto persone legate al mondo delle avanguardie creative. In attesa dei risultati dell'autopsia, gli investigatori si aspettano molto dai frame catturati dalle telecamere di sicurezza che potrebbero aver fotografato immagini decisive. La telecamera più vicina è quella posta sopra l'incrocio stradale fra la trafficata via dei Serragli con via Sant'Agostino e la prosecuzione di questa, appunto via Santa Monaca dove al primo piano del numero civico 3 Ashley è stata uccisa. È una telecamera del vecchio progetto «città sicura» che domina il quadrivio. Un'altra telecamera è posta tra via Sant'Agostino e via Maffia: non si vede la casa affittata da Ashley ma prende di infilata l'incrocio con via dei Serragli e tiene «sotto zoom» oltre 50 metri di strada. Se l'assassino fosse scappato da questa parte, si fa osservare, potrebbe essere stato inquadrato. Altri due obbiettivi potrebbero dare un aiuto insperato. Hanno un raggio ridotto ma gli investigatori hanno chiesto ai privati, a esercizi commerciali e condomini, le immagini disponibili degli ultimi giorni. Uno è quello della telecamera di sicurezza del bar all'angolo, dove Ashley faceva sempre colazione. L'altra «protegge» l'edificio proprio davanti a quello dell'omicidio, sul lato opposto di via Santa Monaca.
Altri obbiettivi sono nei paraggi di piazza del Carmine, altra possibile direzione di fuga di chi ha ucciso, che potrebbe esser finito in un'inquadratura. La Procura di Firenze procede per omicidio. Per ora non ci sono indagati. Per ora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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