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L'assist di Berlusconi: "Giorgetti nome giusto"

Il Cav lancia il leghista commissario. E sui fondi russi: «Falsità, me l'ha detto Putin»

L'assist di Berlusconi: "Giorgetti nome giusto"

A Strasburgo Silvio Berlusconi vota con gli altri eurodeputati azzurri per Ursula Von der Leyen presidente della Commissione e, dato lo scarto minimo, sono come dirà lui voti probabilmente «determinanti».

Ma prima il leader di Fi ha un incontro delicato, anche per i rapporti nella coalizione di centrodestra, preparato con diversi contatti fin dall'Italia. Vede il neo ministro per gli Affari europei Lorenzo Fontana e discute con lui del discorso della candidata, cercando invano di spingere i leghisti ad appoggiarla, ma anche del ruolo dell'Italia, del commissario di peso che deve ottenere, delle difficoltà del Carroccio in questo momento per lo scandalo dei fondi russi.

E quando più tardi gli chiedono proprio di questo, il Cavaliere fornisce un assist a Matteo Salvini: «Sono sicuro - dice-che la Russia non ha dato alcun finanziamento alla Lega, mi è stato assicurato direttamente dal presidente Vladimir Putin, che non aveva nessuna ragione per dirmi una cosa diversa dalla realtà». La plenaria del Parlamento Europeo è ancora in corso, mentre Berlusconi spiega di non vedere «quale interesse francamente potrebbe avere Putin, il suo partito, la federazione russa, a dare un finanziamento a un partito come la Lega». Un'altra cosa, aggiunge, sarebbero eventuali «trattative fra privati: queste sono cose che possono accadere».

Poi Berlusconi parla del commissario italiano, dopo aver offerto a Fontana le sue relazioni e la sua esperienza per far ottenere al Paese la giusta rappresentanza: «Ho sentito che il governo punta al commissario per la Concorrenza. È una responsabilità importante e vedo anche con favore il nome che si è fatto, quello dell'onorevole Giancarlo Giorgetti, che conosco di persona. È di grande esperienza, di notevole intelligenza, ma anche persona che ha il talento dell'amicizia e quindi sa farsi apprezzare dagli altri, anche dagli eventuali concorrenti e avversari».

Intanto, nell'aula del palazzo di Strasburgo, si contano i voti. Al leader azzurro è piaciuto del programma della Von der Leyen, soprattutto il passaggio sull'immigrazione e sulla riforma del trattato di Dublino.

Con il polso fasciato per una slogatura che si è procurato a Villa Gernetto il giorno prima, giocando a pallone con i ragazzi del Monza, Berlusconi è tra i primi ad andare a congratularsi con l'ex ministro della Difesa tedesca, appena viene eletta. «L'abbiamo sostenuta sin dall'inizio - spiega poi - , Fi l'ha votata con convinzione e i nostri voti sono stati determinanti. Vigileremo che rispetti gli impegni presi, che rispetti il programma del Ppe». Per Berlusconi si è trattato innanzitutto di un voto «per disciplina di partito, perché siamo parte della famiglia del Ppe». Il leader di Fi sottolinea che tutto è basato sul suo programma, che è apparso convincente.

Commentando il voto negativo alla von der Leyen della Lega, Berlusconi ne dà le motivazioni, diverse da quelle di Fi: «Ho parlato con il ministro per l'Europa, Fontana, e mi ha raccontato che da una prima posizione favorevole poi, ascoltato il discorso della candidata, l'hanno trovato manchevole circa gli impegni sull'agricoltura e sul fatto di mettere insieme le forze armate europee».

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