"A Latina metterei un cartello 'Già Littoria'"

Per lo scrittore è assurdo cancellare la memoria: "È tutta una polemica insensata"

"A Latina metterei un cartello 'Già Littoria'"

Latina - «Io gliel'avevo detto ai fasci quando governavano Latina: mettete un bel cartello grosso Canale Mussolini. Mica l'hanno fatto. E ora fanno casino per il Mussolini di serie B». Il fasciocomunista Antonio Pennacchi non fa sconti ai fasci-e-basta, ma nemmeno a chi è ossessionato dalla cancellazione della memoria storica. I suoi romanzi sull'epopea dell'agro pontino hanno fatto il giro del mondo, ma prima del premio Strega e del successo internazionale aveva pubblicato un magistrale libro-reportage, Fascio e martello (Ed. Laterza) che narra il suo viaggio alla scoperta dell'architettura fascista. O meglio alla riscoperta, perché grazie a questa ricerca, ora sappiamo che le «città del Duce» non sono 12, come si credeva, ma 147. E Pennacchi è vissuto e cresciuto a Latina.

Lei è un artista della lite, un maestro bastian contrario. Non mi dica che le sta bene questa di cambiare nome al parco di Latina?

«Ma chissenefrega del parco Arnaldo Mussolini. Non si chiama più così dal 1943. E poi quello era il Mussolini di serie B, un personaggio controverso, coinvolto nel delitto Matteotti e pure nella liquidazione della compagna di Mussolini, Ida Dalser, che diede al Duce un figlio, Benito Albino. E finì chiusa in manicomio».

Quindi la Boldrini fa bene a voler cambiare i nomi del Ventennio e cancellarne simboli e monumenti?

«Macché! Se dice così sbaglia, come sbaglia dicendo che in Germania hanno cancellato i simboli nazisti. Però mi pare che abbia smentito. Comunque non la trattate troppo male la Boldrini, non che mi stia simpatica quando fa la bocca culo de gallina, però è stata una forte quando stava all'Unhcr. E poi i fascisti di Latina è inutile che ora fanno casino con il parco Mussolini. Se hanno perso le ultime elezioni è perché hanno governato male Latina. Se vogliono criticare il sindaco lo facessero sulle cose serie, che pure ci sarebbero. Alle amministrazioni precedenti, quando io gli dicevo che a vedere il Canale Mussolini venivano da tutta Europa, dalla Danimarca, dalla Svezia, e insistevo per mettere un cartello, mica lo hanno fatto. Non capiscono che così si attraggono anche turisti».

Dunque, parco Mussolini a parte, che facciamo con l'eredità del Ventennio?

«Cancellare la memoria non ha senso. Magari poteva averlo all'indomani della guerra, ma oggi che vordì? Mica se po' buttà giù il palazzo M di Latina. Fa parte della nostra storia. E anche il Canale Mussolini, la gente qui lo chiama così, mica dicono andiamo al Collettore delle Acque alte come c'è scritto sul cartello che c'è ora. Io sarei d'accordo anche con mettere all'ingresso di Latina un cartello che specifica Già Littoria».

Però è una polemica molto di moda, politicamente riscuote un certo successo

«È una polemica insensata. E ancora peggio è la legge Fiano. È una stronzata assoluta. Le leggi sui reati d'opinione possono avere senso sotto le dittature, non in una democrazia. Se uno parla solo, fa illazioni, che vuoi punire? Se invece commette atti di violenza, allora sì lo devi gonfiare di botte».

Dunque questa storia è un tema da archiviare?

«Queste questioni vengono sempre strumentalizzate.

Inclusa quella ebraica. Chiedete a Veltroni: è lui che ha fatto abbattere un monumento a Roma. La teca dell'Ara Pacis che era stata progettata dall'architetto Morpurgo per fare posto a quella di Richard Meier. E Morpurgo era ebreo».

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