
Donald Trump riunisce nuovamente (per oltre due ore) il consiglio di sicurezza nazionale sul conflitto tra Israele e Iran, e lascia aperta una porta al dialogo dopo aver affermato che aspetterà fino a due settimane prima di decidere se unirsi o meno alle azioni militare dell'alleato contro la Repubblica islamica.
Intanto, sposta decine di aerei militari americani in Qatar. I jet, come mostrano le immagini satellitari di Planet Labs PBC, non si trovano più sulla pista di un'importante base Usa, e potrebbe trattarsi di una mossa per proteggerli da potenziali attacchi aerei iraniani, in attesa che il tycoon decida il da farsi. Quasi 40 jet militari, tra cui aerei da trasporto come l'Hercules C-130 e aerei da ricognizione erano parcheggiati sulla pista della base di Al Udeid il 5 giugno, e giovedì ne rimanevano solo 3.
Mentre a New York, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, l'ambasciatrice Usa ad interim, Dorothy Shea, spiega che "non è troppo tardi perché l'Iran faccia la cosa giusta". "Il presidente è stato chiaro negli ultimi giorni sul fatto che la leadership di Teheran deve abbandonare completamente il programma di arricchimento nucleare e ogni aspirazione ad acquisire un'arma atomica - sottolinea - Il governo iraniano rappresenta da tempo una minaccia costante per la pace e la sicurezza dei suoi vicini e del mondo intero". Quindi, assicura che "sebbene gli Stati Uniti non siano coinvolti nelle azioni di Israele, non vi è dubbio che continuino a sostenere Israele e le sue azioni contro le ambizioni nucleari" della Repubblica islamica, precisando che i suoi leader "avrebbero potuto evitare questo conflitto se avessero accettato un accordo che avrebbe impedito loro di ottenere un'arma nucleare. Ma si sono rifiutati di farlo, scegliendo invece di ritardare e negare".
Nel frattempo, Washington adotta nuove sanzioni per impedire a Teheran di ottenere componenti utili per la sua industria della difesa: le misure riguardano otto organizzazioni e un individuo "per il loro coinvolgimento nell'acquisizione e nel trasbordo di attrezzature sensibili per l'industria della difesa iraniana", secondo quanto fa sapere il dipartimento del Tesoro, che non ha specificato la natura delle sanzioni. "Gli Usa - afferma il ministro Scott Bessent - rimangono impegnati a contrastare qualsiasi tentativo da parte di Teheran di acquisire tecnologie, componenti e attrezzature sensibili a duplice uso (civile e militare) che supportino i programmi di armamento del regime".
Stando a quanto rivelano diverse fonti al New York Post, Trump teme che l'Iran faccia la fine della Libia di Gheddafi nel 2011. Il comandante in capo non vuole il caos e ha scartato l'idea di spingere per il crollo del regime.
Tenere in vita la Guida Suprema, Ayatollah Ali Khamenei, rientra in questo piano: Trump vuole attacchi limitati per distruggere gli impianti nucleari di Fordow e Natanz, ma non vuole avere la responsabilità del cambio di regime. "Se cade non è colpa sua, perché non è questo l'obiettivo del suo attacco molto limitato", afferma una fonte, esprimendo la preoccupazione che comunque "troveremo qualcuno peggiore di Khamenei".