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L'aumento non arriva: sciopero. Ferma la fabbrica della Nutella

I lavoratori del più grande stabilimento mondiale Ferrero incrociano le braccia. Produzione bloccata da sette giorni

L'aumento non arriva: sciopero. Ferma la fabbrica della Nutella

Andrea Cuomo

Che mondo sarebbe senza Nutella? In Francia corrono il rischio di scoprirlo (e forse anche in tutto il mondo, appunto) a causa dello sciopero che da sei giorni blocca il locale stabilimento Ferrero, il più grande sul nostro pianeta (di altri non abbiamo notizie) per la produzione della crema spalmabile alla nocciola nata ad Alba, in Piemonte, ma che proprio Oltralpe conosce la maggiore fortuna.

Accade che a Villers-Ecalles, cittadina della Normandia a pochi chilometri da Rouen, esista il più grande nutellificio. Un posto che al confronto Willy Wonka è un pivello: 600mila vasetti di Nutella sfornati ogni giorno, un quarto della produzione mondiale complessiva, e 400 persone impiegate con contratti a tempo indeterminato (più di un quinto della popolazione totale del paesini).

Solo che questo apparente paradiso è chiuso da qualche giorno. «Centosessanta lavoratori sono in sciopero dalla notte fra lunedì e martedì scorso, nessun camion entra o esce dal sito da allora - dice Fabrice Canchel, segretario del sindacato Force Ouvrière della fabbrica - La produzione di Kinder Bueno è ferma da martedì. Su quattro linee di produzione della Nutella, solo una funziona ancora al 20 per cento. E anche le materie prime stanno iniziando a mancare».

La serrata, che sta mettendo a dura prova la fabbrica e la capacità di rifornire i negozi di mezzo mondo, è dovuta a ragioni essenzialmente salariali. Gli operai chiedono da tempo - e l'hanno fatto presente anche in sede di negoziato annuale obbligatorio - un incremento generale dei salari del 4,5 per cento e un premio di 900 euro, defiscalizzato come da «dottrina Macron». La Ferrero però non è disposta a essere così generosa e contropropone un aumento del solo 0,4 per cento. Il gruppo italiano è piuttosto nervoso e definisce l'azione sindacale del tutto illegale, sostenendo che la maggioranza dei lavoratori vorrebbe riprendere a lavorare ma è condizionata da una minoranza ipersindacalizzata. Per questo sta pensando a provvedimento. Fonti interne alla fabbrica parlano di una mail inviata a tutti i dipendenti dal management aziendale in cui si minaccia di far pagare a tutti coloro che bloccheranno illegalmente l'accesso al sito produttivo con ua multa di 1000 euro per ora. Si tratterebbe di una ventina di lavoratori i cui sono sono stati presi ieri dall'ufficiale giudiziario arrivato per far rispettare la sentenza di un giudice che definisce illegittima la protesta. Ma in realtà dietro questo volto arcigno l'azienda sembra disposta a fare qualche passo indietro. Se i dipendenti rinunceranno al blocco dello stabilimento ci potrebbe essere una ripresa del dialogo e la promessa di un aumento più sostanzioso.

Ma sotto accusa ci sarebbero anche le condizioni di lavoro, In particolare «la linea su cui si fabbrica il Kinder Bueno ha 30 anni come dice Canchel - funziona molto male».

Bueno ma non buenissimo.

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