Cronache

Laura Ziliani, è omicidio. Arrestate le due figlie "Uccisero per l'eredità"

La vigilessa era scomparsa l'8 maggio. In manette pure il fidanzato di una delle ragazze

Laura Ziliani, è omicidio. Arrestate le due figlie "Uccisero per l'eredità"

Brescia. La svolta nelle indagini sulla morte dell'ex vigilessa Laura Ziliani arriva all'alba di ieri. Brescia non si è ancora svegliata quando i carabinieri bussano alla porta delle figlie Silvia e Paola Zani, 27 e 19 anni, raggiunte insieme al fidanzato della maggiore Mirto Milani da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Brescia. Le accuse sono pesantissime: omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e occultamento di cadavere.

Secondo gli inquirenti il movente dei tre arrestati sarebbe di natura economica: «I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell'amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici», si legge negli atti. Ma ieri dai laboratori di Medicina legale degli Spedali Civili di Brescia arriva anche un'altra risposta attesa a lungo: nel corpo di Laura Ziliani vengono infatti trovate tracce di benzodiazepina. Sarebbe stato quel farmaco a stordire l'ex vigilessa, prima dell'assassinio. Il giallo di Temù comincia alle 11.58 dell'8 maggio scorso: con una telefonata ai carabinieri della figlia maggiore della 55enne, che denuncia la scomparsa della donna. Laura era tornata nel suo paese d'origine di Temù, in Alta Valcamonica, come faceva spesso per rivedere vecchi amici, condividere ricordi e fare escursioni seguendo i percorsi battuti sin da bambina. E così sembrava avesse deciso di fare anche alle 7 del mattino di quel giorno in località Gario.

La zona viene battuta per mesi, ma della Ziliani nessuna traccia. Soltanto per caso dopo settimane un escursionista trova una scarpa. Tanto basta per riaccendere le speranze e far ripartire le ricerche. Le figlie in lacrime lanciano anche un appello a «Chi l'ha visto?», chiedendo l'aiuto di chiunque avesse informazioni sulla madre. Eppure già a fine giugno i tre vengono iscritti nel registro degli indagati dopo alcune incongruenze rilevate dagli inquirenti nei racconti delle figlie - sempre presenti al quartier generale allestito durante le operazioni di ricerca.

Tre mesi dopo, l'8 agosto scorso, lungo l'argine del fiume Oglio riappare il suo cadavere forse trascinato dalla piena del fiume ingrossato dopo le piogge estive. Il volto tumefatto, un corpo irriconoscibile, in avanzato stato di decomposizione. Senza vestiti, senza scarpe. Soltanto con gli indumenti intimi. Nel piccolo paese di Temù da tempo erano in molti ad aspettarsi questo epilogo: qualcuno ancora sperava che quelle evidenze che conducevano dritte alle due figlie di Laura fossero fuorvianti.

Invece il triplice arresto di ieri ha confermato il peggiore degli incubi. «Avevamo forti sospetti ammette il sindaco di Temù Giuseppe Pasina anche se vista dall'esterno e stando alle apparenze la famiglia sembrava normale. Non possiamo sapere quali fossero i comportamenti tra le mura di casa».

E ai più anche il movente economico sembrava sin da subito convincente, avendo la donna nella sua disponibilità una quantità ingente di appartamenti e abitazioni.

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