L'Austria rischia di essere sanzionata dalla Ue

L'Italia scrive a Bruxelles per il «muro» e chiede di verificare il rispetto di Schengen

Lodovica Bulian

Strutture spartitraffico lungo l'autostrada e recinzioni tra i binari ferroviari della linea Verona-Monaco, quella più frequentata per varcare il confine, serviranno «solo» a «convogliare il flusso» dei migranti in uscita dall'Italia verso i controlli, e «non a fermarlo». Il ventaglio di acrobazie verbali usato dalla diplomazia austriaca per rivendicare la conformità alle regole europee di quanto si sta realizzando al Brennero, con il ripristino della frontiera, è ampio.

Ma il muro di 250 metri che Vienna sta erigendo sulla A22 per impedire il passaggio verso nord di un'eventuale ondata di arrivi sulle coste della Sicilia, squarcia il trattato di Schengen almeno quanto il filo spinato che si snoda lungo la rotta balcanica.

Ne è convinto il nostro governo che con una missiva indirizzata al commissario per l'immigrazione Dimitris Avramopoulos firmata dal ministro degli Esteri Gentiloni e da quello dell'interno Alfano, ha chiesto di verificare eventuali violazioni del trattato di libera circolazione dell'Ue. Ipotesi che potrebbe portare all'avvio di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles. Nonostante Vienna tenti di depotenziare il significato simbolico e politico, così come gli effetti economici sull'interscambio commerciale, della decisione di blindare il confine, la crepa nelle relazioni bilaterali è ormai aperta. «L'Austria è un Paese amico con il quale ci auguriamo si possa continuare a collaborare, ma dal quale non possiamo accettare la logica di gesti unilaterali che comprometterebbero la reciproca capacità di collaborazione» avverte Gentiloni. L'ambasciatore italiano Carlo Calenda invoca intransigenza e confida in un «atteggiamento fermo» da parte di Bruxelles nel giudicare la «compatibilità» con il codice delle frontiere di Schengen e con il «principio della sincera cooperazione» di una misura considerata «non proporzionale» ai numeri del fenomeno migratorio. E che soprattutto non risponde «alla regola aurea del buon senso» rincara Alfano.

Alla vigilia delle presidenziali di fine mese, la prova muscolare con cui il governo di Vienna ha schierato le ruspe sul passo del Brennero per preparare il terreno a controlli capillari su tir, veicoli e treni entro maggio, mira a sparigliare il consenso dell'opinione pubblica sedotta dai partiti nazionalisti. E difficilmente sarà disposto a fare marce indietro prima delle urne.

Contro la frammentazione delle politiche attuate dai Paesi Ue per far fronte all'emergenza esodo, arriva il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Tornare indietro da Schengen sarebbe un atto di autolesionismo, per tutti - afferma - Abbiamo lavorato settant'anni per abbattere i muri che dividevano l'Europa: non lasciamo che rinascano, creando diffidenze e tensioni laddove, al contrario, servono coesione e fiducia». Il responso da parte della commissione di Bruxelles sui piani d'oltralpe è atteso entro la settimana prossima: nel caso venga constata una violazione dei trattati, potrebbe scattare la procedura d'infrazione.

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