L'Austria del superlavoro vola a 60 ore settimanali E la Corea stakanov taglia

Vienna cambia norme senza concertazione Ira dei sindacati. Seul, calo record: da 68 a 52

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Minacce di morte ai deputati che hanno votato le nuove misure: pietre tombali e ceri davanti alle loro abitazioni. I sindacati che minacciano un autunno caldissimo. L'opposizione che attacca l'Fpö, la destra «sociale» oltranzista al governo, per aver ceduto alle pressioni degli alleati conservatori Övp del Cancelliere Sebastian Kurz, definendo entrambi «traditori dei lavoratori», accusati di essersi inchinati ai grandi gruppi industriali. E i due leader dei partiti al potere che parlano di «un'escalation senza precedenti» e di «un incredibile deragliamento». L'Austria si spacca dopo l'approvazione in Parlamento della nuova legge sulla flessibilità dell'orario di lavoro. Le 8 ore quotidiane e le 40 settimanali restano in piedi ma la novità crea a dir poco scompiglio a Vienna: il datore di lavoro potrà infatti chiedere di sforare fino a 12 ore il turno giornaliero e fino a 60 quello settimanale, senza essere costretto a giustificarne la ragione.

Niente confronto con i sindacati, addio alla concertazione che finora è stata prassi in Austria e respinti in Aula tutti gli emendamenti dell'opposizione. Il governo mostra di voler adottare la linea dura, non solo sul fronte immigrazione. E addirittura anticipa l'entrata in vigore del provvedimento: avrebbe dovuto essere il 1° gennaio 2019, sarà invece il 1° settembre di quest'anno. «Per garantire chiarezza e sicurezza - spiegano i vertici dell'esecutivo - dopo la discussione dei giorni passati che ha causato molta incertezza e disinformazione». Ma l'opposizione si indigna: abbiamo scoperto di questa novità solo oggi (ieri, ndr) dai mass media. Chiede un referendum ma la proposta avanzata dai socialdemocratici viene bocciata spingendo il leader ed ex cancelliere Christian Kern a denunciare: «È il punto più basso raggiunto nel rapporto con i lavoratori negli ultimi trent'anni della nostra storia». Solo dopo le proteste delle settimane scorse, che hanno scatenato consigli di fabbrica e assemblee (il provvedimento riguarda tutti i settori e gradi del lavoro dipendente), il vicecancelliere Strache (Fpö) ha spinto perché venisse introdotta la volontarietà della prestazione straordinaria. Un cambiamento che non soddisfa comunque le organizzazioni sindacali: «Il carattere volontario esiste solo sulla carta, l'emendamento è una tigre di carta».

La legislazione austriaca già prevedeva la possibilità di estendere l'orario di lavoro a 10 ore giornaliere e a 50 settimanali ma finora la flessibilità andava contrattata con i consigli di fabbrica e non solo con il singolo lavoratore, come prevedono invece le nuove misure. Un cambiamento non da poco. Equilibrato, tuttavia, dalla possibilità per i lavoratori - prevista dalla nuova legge - di rifiutare l'undicesima e dodicesima ora di lavoro, senza la necessità di spiegare il perché.

I partiti di governo difendono le misure: «La realtà mostrerà la nuova verità, cioè che nulla cambierà per gran parte dei dipendenti. Se i lavoratori vogliono, possono lavorare di più e guadagnare di più o utilizzare più blocchi di tempo libero». E in effetti, la questione del tempo libero è uno dei punti che i deputati favorevoli alla riforma mettono sul piatto: «La giornata di 12 ore consente una settimana di lavoro di quattro giorni», spiega Barbara Rosenkranz, ex candidata alle presidenziali dell'Fpö, che poi ha lasciato per fondare la lista separata Flö.

Ma anche la Conferenza dei vescovi nei giorni scorsi aveva criticato il pacchetto sostenendo la necessità di concedere più ore di riposo ai lavoratori per dare respiro

alle famiglie. Proteste sono annunciate ora in tutta l'Austria. Con il paradosso, nel frattempo, che dall'altra parte del mondo, la Corea del Sud si rallegra invece per aver ridotto da 68 a 52 le ore di lavoro settimanali.

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