L'autostrada pubblica è un inferno anche al Nord

La Venezia-Trieste è un cantiere unico da nove anni e il costo del pedaggio continua a salire

L'autostrada pubblica è un inferno anche al Nord

Il produttivo ed efficiente Nord rivendica, all'indomani della tragedia di Genova, la possibilità di gestirsi da solo le «sue» autostrade. Un asse tra i governatori leghisti che va dal Friuli Venezia Giulia al Veneto fino alla Lombardia. Sono le Regioni settentrionali che si candidano come modello di efficienza in grado di fare meglio di un certo Stato, vedi la Salerno-Reggio Calabria. Eppure, anche nella locomotiva del Paese le infrastrutture a gestione pubblica non brillano per risultati esemplari. La più martoriata in questi mesi tra esodi estivi e week end da bollino rosso è la A4 Venezia-Trieste, che da nove anni è alle prese con cantieri e lavori per realizzare tutti i lotti della terza corsia. Un'opera da due miliardi di euro che si è trascinata per anni nell'incertezza di finanziamenti, prima di prendere il via. Risultato dell'avvio dei lavori: incolonnamenti, strade a larghezza ridotta, tamponamenti tra tir, tempi di percorrenza infiniti, chiusure, incidenti, anche mortali. È di 48 ore fa la notizia di un incendio che ha distrutto gli uffici del cantiere allestiti in un ex casello. Un inferno lungo 77 chilometri, quelli dove si stanno svolgendo i lavori che termineranno forse nel 2020.

La tratta è gestita da Autovie Venete, società partecipata a maggioranza dalla Regione Friuli Venezia Giulia tramite la sua finanziaria, Friulia. Una piccola quota, quasi il 5%, è in mano al Veneto. Una concessione scaduta a marzo 2017 e che ora è in regime di proroga in attesa di un rinnovo, necessario per terminare l'infrastruttura. Lo scorso governo aveva raggiunto un accordo per il riaffidamento della autostrada, senza gara, e fino al 2038, a una newco pubblica di Friuli e Veneto. Ma ora tutto rischia di essere nuovamente in discussione. Di certo ci sono i disagi che hanno subito gli utenti soprattutto negli ultimi tre mesi estivi quando una mole di traffico insostenibile per un'arteria interrotta da continui lavori in corso si è diretto verso le località adriatiche. Da gennaio a giugno, la tratta dell'A4 tra Portogruraro e Palmanova è stata chiusa ben 25 volte, per un totale di oltre 50 ore di stop: a causa dei cantieri, infatti, manca la corsia d'emergenza e in caso di incidente viene chiuso tutto con code chilometrici. E di incidenti ce ne sono ormai in sequenza. Basti pensare che nonostante il limite di velocità ridotto a 60 chilometri all'ora per i tir, il solo 2018, da gennaio a giugno ha registrato 292 sinistri, che hanno causato 3 vittime e centinaia di feriti. Nel 2017 gli incidenti erano stati 701, a fronte dei 631 del 2016. Colpa dell'aumento del traffico, si dice, con 1 milione di veicoli in più 2017. Un segnale positivo per l'economia ma che congestiona la rete.

Nei primi cinque mesi del 2018 sono stati registrati quasi 1.800 mezzi pesanti in più al giorno, mentre quelli leggeri sono diminuiti dell'1% proprio a causa dei disagi. E dire che qui dal 1 gennaio scorso sono aumentati anche i pedaggi: costano l'1,88% in più.

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