Lavazza, busta con minacce: "Soldi o inquiniamo il caffè"

Plichi simili anche alla Ferrero di Alba e alla Vergnano di Santena. Gli inquirenti frenano sulla pista anarchica

Lavazza, busta con minacce: "Soldi o inquiniamo il caffè"

«Soldi o vi inquiniamo il caffè». Una minaccia a uno dei prodotti simbolo del made in Italy alimentare, giunta per lettera all'azienda simbolo del caffè italiano, la Lavazza. Il plico, spedito dal Belgio e con un messaggio scritto in inglese, è stato recapitato alla Nuvola di Torino, il centro direzionale dell'azienda fondata nel 1895 da Luigi Lavazza, aperto circa un anno fa al quartiere Aurora, nell'area nord del capoluogo piemontese e diventato il nuovo simbolo dell'azienda.

All'interno del plico, oltre al messaggio, c'era una bustina di plastica con della polvere verde, che è stata consegnata all'istituto zooprofilattico per essere analizzata. In via Bologna a Torino sono arrivati i carabinieri, i vigili del fuoco e una squadra di artificieri. La linea di produzione non è stata interrotta ma sette dipendenti che lavorano al primo piano della struttura hanno accusato problemi respiratori e alla vista e sono stati messi precauzionalmente in isolamento. Per diverse ore non sono potuti uscire dalla Nuvola e i volontari del 118 si sono adoperati per far giungere nella sede della Lavazza cibo e acqua. Fino all'arrivo dei risultati delle analisi sulla polvere nessuno ha avuto accesso negli uffici interessati. È stato anche chiuso al traffico un tratto della vicina via Ancona.

Buste simili sono state ricevute sempre ieri dalla Ferrero, la produttrice della leggendaria Nutella, nei suoi stabilimenti di Alba in provincia di Cuneo e giovedì alla Vergnano di Santena (Torino), altra azienda specializzata nella produzione di caffè. Insomma, sotto attacco in poche ore sono finite tre aziende simbolo dell'eccellenza gastronomica piemontese.

Una minaccia differente ma ugualmente inquietante, una busta esplosiva con polvere pirica e innesco, è stata ricevuta invece sempre ieri dal consigliere leghista della Circoscrizione 6 di Torino, Alessandro Sciretti, che qualche tempo fa aveva suscitato polemiche per aver evocato, in un post pubblicato sui social, la Diaz - la scuola di Genova in cui nel luglio 2001 furono picchiati dalla polizia i manifestanti del G8 di Genova - per gli anarchici che il 9 febbraio scorso, dopo lo sgombero dell'ex Asilo occupato, avevano causato disordini in città. L'innesco sarebbe uguale a quello contenuto nel plico inviato lunedì scorso alla sindaca di Torino Chiara Appendino, anche se nel caso di Sciretti si tratta di 19 grammi di polvere pirica, più di quelli recapitati alla prima cittadina pentastellata, che ha espresso una certamente sentita solidarietà al consigliere verde.

Ma mentre per i due politici appare chiara la matrice anarchico-insurrezionalista delle minacce, nel caso della Lavazza, della Ferrero e della Vergnano gli inquirenti sembrerebbero escludere la stessa pista.

Va detto però che la Nuvola Lavazza ha ospitato nei giorni scorsi alcuni incontri della manifestazione «Biennale Democrazia», una rassegna contestata dall'area antagonista come ritrovo «tutte chiacchiere e distintivo». Non solo: la Nuvola si trova non lontana dall'Asilo al numero 12 di via Alessandria che era occupato dagli anarchici fin dal 1995 e che è stato sgomberato il 7 febbraio.

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