RomaÈ il giorno della protesta istituzionale delle opposizioni presso il Quirinale, dei colloqui e del confronto tra Sergio Mattarella e i rappresentanti di Forza Italia e di Sel all'indomani dello strappo sulle riforme e della scelta «aventiniana» in Parlamento.
«Il presidente Mattarella» dice Brunetta dopo il colloquio col Capo dello Stato «ha auspicato che il dialogo sulle riforme possa riprendere. Conoscendolo, userà tutti gli strumenti previsti dalla Costituzione per ripristinare un clima di dialogo». «Non si possono cambiare 40 articoli della Costituzione a colpi di maggioranza. Le Costituzioni devono unire non dividere. Forza Italia sottolinea Brunetta conferma la coesione nazionale sulla crisi libica. Ma deve esserci un clima positivo. Il presidente ha ascoltato e ha molto apprezzato. C'è molta preoccupazione per il clima generale che viviamo, con la crisi finanziaria, la Grecia e il rischio guerra in Libia, l'Ucraina. E in questo clima il governo che fa? Si permette di dividere, forzando sulle riforme costituzionali di notte e chiedendo poi coesione nazionale di giorno? Noi auspichiamo che la riforma costituzionale e la legge elettorale trovino un alveo di ampia condivisione». Infine, il capogruppo azzurro riferisce di aver «ricordato a Mattarella le parole di Calamandrei e lui ha colto bene il punto: quando si fanno le riforme i banchi del governo devono essere vuoti, mentre Renzi è venuto di notte in aula con un atteggiamento non rispettoso».
Il faccia a faccia Mattarella-Brunetta dura circa 40 minuti. Il capogruppo azzurro presenta un documento molto duro - condiviso nei contenuti e nella stesura con Berlusconi e con molti altri parlamentari azzurri - contro le riforme di Renzi. Una sorta di memorandum-appello al presidente della Repubblica di dieci pagine, articolato in 25 punti, che nell'ultima parte si trasforma in un vero e proprio atto di accusa nei confronti del leader Pd. Le riforme costituzionali e l'Italicum danno vita a un «combinato disposto» che ci porta a «un mostro giuridico», che «pregiudica i principi supremi della Costituzione» e «non meriterà il rispetto di nessuno, restando oggetto di contestazione perenne», si legge nel testo.
Se Nichi Vendola parla di «Parlamento umiliato» e porta al Capo dello Stato la lettera di uno sfrattato, Beppe Grillo sul suo blog pubblica una foto della lettera inviatagli da Mattarella. «La ringrazio vivamente si legge nella missiva per le cortesi espressioni di augurio che ha voluto inviarmi in occasione della mia elezione. Desidero assicurarle che sarò lieto di riceverla, in una data che i nostri uffici potranno concordare».
Un segnale al governo e alla maggioranza arriva anche da Laura Boldrini. La presidente della Camera, in una intervista a Repubblica , lancia un monito. «Così non può continuare. I gruppi devono seriamente riflettere al loro interno su quello che è successo e impegnarsi perché non accada più». La tagliola? «Non può essere certo questa la scorciatoia per uscire da possibili ingorghi nei lavori parlamentari», dice riferendosi agli strumenti regolamentari utilizzati dalla maggioranza per aggirare l'ostruzionismo. «È una misura che non può entrare nella routine dei lavori parlamentari».
Chi non salirà al Colle sarà, invece, Matteo Salvini. Dopo aver disertato la cerimonia di insediamento al Quirinale per un disguido nella ricezione dell'invito, il leader del Carroccio annuncia di aver delegato «al momento i capigruppo alla Camera e al Senato», Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio. Dai microfoni di Radio Padania , si affida poi ironicamente agli ascoltatori per chiedere un consiglio. «Devo andare da Mattarella? Ma cosa devo chiedergli? Il numero di telefono del suo parrucchiere?».
La reazione ufficiosa del Quirinale, che ricorda che l'incontro era stato sollecitato dalla stessa Lega, è nello «stupore» per le parole di Salvini.I sì ottenuti al Senato nell'agosto scorso dal governo sul suo progetto di riforma della Costituzione
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