Il lavoro diplomatico di Palazzo Chigi. "Posizione comune a sostegno di Zelensky"

Tajani: "Fieri di essere dalla parte di Kiev. Serve una pace giusta". E oggi parteciperà al vertice con i colleghi europei

Il lavoro diplomatico di Palazzo Chigi. "Posizione comune a sostegno di Zelensky"
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"Serve una pace giusta, non un accordo sulla pelle degli ucraini". In vista del vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin, previsto per il 15 agosto in Alaska, l'Italia ribadisce il suo impegno per la tutela della sovranità dell'Ucraina. "Mi auguro che Putin ascolti Trump e accetti una pace giusta, ovvero una pace accettata anche dagli ucraini e non siglata sulla loro pelle" dice Antonio Tajani in una intervista al Messaggero. E fonti Fdi fanno sapere che Meloni "sta lavorando per una posizione unitaria europea affinché altri Paesi si uniscano all'appello per la presenza di Zelensky".

Per il ministro degli Esteri il ruolo dell'Europa è fondamentale: "Ha inflitto dure sanzioni alla Russia e in gioco c'è la nostra sicurezza. È importante che sia presente al tavolo dei negoziati". Il ministro si dice fiducioso su una possibile intesa entro fine anno, anche se ammette che "non sarà facile". Le indiscrezioni sulle condizioni che Putin potrebbe porre come il controllo sull'Ucraina orientale sollevano perplessità: "Alcune richieste russe sembrano irricevibili, come l'imposizione della lingua russa nei territori occupati o rivendicazioni territoriali inaccettabili. Penso alla regione di Zaporizhzhia, la cui centrale nucleare deve restare in mani ucraine, all'interno di un'area demilitarizzata".

Tajani chiede garanzie scritte per l'Ucraina: "Serve un trattato che assicuri la fine delle rivendicazioni territoriali russe, escluda la minaccia nucleare e garantisca la sovranità di Kiev". Quanto alla proposta di una missione di interposizione, ribadisce il no dell'Italia all'invio di truppe europee sul campo, tranne che sotto mandato Onu. Smentendo l'accusa di "russofobia" lanciata da Mosca, il ministro chiarisce: "Non siamo in guerra con la Russia. Ma siamo fieri della vicinanza dimostrata all'Ucraina fin dal primo giorno". E apre alla possibilità di ospitare futuri negoziati: "Roma è disponibile. Anche il Vaticano potrebbe essere una sede adatta".

Sulla stessa linea il viceministro Edmondo Cirielli, che in un'intervista a Repubblica invita a non confondere pace con resa: "Non si può fare pace costringendo l'Ucraina ad arrendersi. Non sarebbe una pace giusta. Ma sono fiducioso che Trump saprà tenere in equilibrio ciò che è in gioco: diritto, ragioni, interessi". Per Cirielli, "cedere oggi significherebbe aprire domani ad altri conflitti". E azzarda anche una possibile forchetta negoziale: "Non credo che Trump parta con l'idea di dare il 90 a Mosca e il 10 a Kiev. Magari il 55 e 45, al massimo 60 contro 40". Intanto, Tajani parteciperà oggi a una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri Ue, convocata in videoconferenza dall'Alto rappresentante Kaja Kallas.

Oltre all'Ucraina, all'ordine del giorno ci sarà anche Gaza, dopo che nove Paesi tra cui Italia, Francia, Germania e Regno Unito hanno firmato un documento congiunto contro l'escalation militare israeliana. "Questa carneficina non può continuare" sottolinea Tajani. "E l'invasione di Gaza rischia di trasformarsi in un Vietnam per i soldati israeliani".

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