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Lavoro, Renzi snobba i dati e promette: "Giù le tasse"

In un'intervista a Rtl 102.5 il premier insiste con le promesse: "L’unica cosa che si può fare per dare forza a questo paese è quello di abbassare le tasse"

Lavoro, Renzi snobba i dati e promette: "Giù le tasse"

Il presidente del Consiglio continua a fare le promesse. "Sul lavoro - dice Matteo Renzi a Rtl 102.5 - continueremo ad abbassare le tasse, il prossimo anno porteremo l’Ires al 24 per cento per le società di capitale ma anche al 24 per cento l’Iri per le società di persone". Quanto al pil, "penso - ha detto - che ci sarà un segno positivo perchè ad esempio i servizi sono aumentati e quindi è probabile l’aumento; ma non è lo zero virgola che fa la differenza, il punto è che l’Italia sta riducendo il deficit. Noi lavoriamo passo dopo passo, io lavoro per il futuro per far tornare la voglia di investire".

La linea del governo, insiste il capo del governo, è "ridurre le tasse. Non toccheremo i bonus. Non si toccano gli 80 euro. Abbasseremo anche il canone della Rai per il prossimo anno: l’unica cosa che si può fare per dare forza a questo Paese è quello di abbassare le tasse. Confermeremo il super ammortamento nel 2016 - ha detto ancora Renzi - e per certi versi lo estenderemo: se un imprenditore mette i soldi nella sua azienda va agevolato, e gli faremo pagare meno tasse se quelle tasse le mette nell’azienda".

Con un Paese la cui crescita è drammaticamente ferma al palo, ovviamente Renzi vede il segno positivo: "Il problema dell’Italia non è lo zero virgola, ma se il Paese torna a investire nel futuro. A me interessa che l’Italia riparta". E insiste: "Penso che ci sarà un segno positivo, ma - spiega Renzi - non è lo zero virgola che fa la differenza, il punto è che l’Italia sta riducendo deficit, la Spagna fa il 5 per cento di deficit e se facessimo così avremmo 50 miliardi di euro in più da spendere. Io lavoro per il futuro per far tornare la voglia di investire".

Tutto bene, ovviamente, anche sul fronte del lavoro. "Non sono mai soddisfatto dei dati economici - afferma il premier - ma i dati sono questi. Dal 22 febbraio 2014 l'Istat dice che oggi ci sono 585mila posti di lavoro in più. Non è merito mio o della sorte, ma del Jobs Act. La realtà e che il paese ha avuto un miglioramento del mercato del lavoro non ancora soddisfacente ma oggettivamente straordinario. Io ci avrei messo la firma per 100mila posti di lavoro in più all'anno, invece ce ne sono più del doppio delle mie aspettative".

Sul terremoto, osserva Renzi, "il problema è controllare i soldi. Dobbiamo controllarli, perché i soldi ci sono. Se poi mancano si prendono usando tutte le flessibilità europee ma non mi preoccupa questo: il punto chiave è controllare tutto, centesimo per centesimo. Dobbiamo dire come li spendiamo con trasparenza. Se i soldi servono ce li prendiamo, l'ho detto agli europei. Ma occorre spenderli bene.

Ci vogliono le persone che ci dicono cosa fare e come, per non sprecare i soldi dei contribuenti", ha ribadito il presidente del Consiglio.

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