Lazio, le opposizioni pronte a far cadere Zingaretti

Le opposizioni sono pronte a far cadere il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, recandosi da un notaio per presentare le dimissioni in blocco di tutti i consiglieri così da tornare alle urne entro due mesi

Lazio, le opposizioni pronte a far cadere Zingaretti

Nel Lazio le opposizioni sono pronte a far cadere il neorieletto presidente, Nicola Zingaretti, ancor prima che abbia iniziato a fare la giunta. L'idea è quella di attendere la proclamazione degli eletti per poi recarsi da un notaio e ufficializzare le dimissioni in blocco di tutti i consiglieri regionali di minoranza.

Questo comporterebbe il ritorno alle urne entro 60 giorni e l'impossibilità per Nicola Zingaretti di ricandidarsi per un nuovo mandato. A confermare all'Agi quesya indiscrezione, pubblicata oggi sulle colonne del Messaggero, è Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e neoeletto consigliere regionale. "L'idea è partita da me, lo confermo - ha ribadito Pirozzi - il piccolo sindaco di Amatrice che vuole scoperchiare il banco, proprio perchè non ha nulla da nascondere e neanche nulla da pretendere. Un'iniziativa di questo gente avrebbe effetti anche al livello nazionale, perchè si pone una questione delicata in tema di alleanze tra le forze politiche". Pirozzi ha invita tutti i gruppi di minoranza ad aderire in blocco all'iniziativa: "Ma senza entrare in aula - spiega ancora il sindaco di Amatrice - senza avviare la spartizione delle poltrone, delle segreterie, dei pani e dei pesci. In questo modo si metterà alle strette anche il Pd è tutto il centrosinistra, che dovrà trovare un sostituto di Zingaretti, cosa non facile visto l'andamento delle elezioni". "Per chi ci sta ho già trovato il notaio, quindi l'iniziativa sarà anche a costo zero per tutti - conclude Pirozzi - per chi invece non accetterà vorrà dire invece che sono altre le dinamiche in gioco. In questo modo scopriremo anche, una volta per tutte, chi ha accordi sottobanco con chi. Io non ho necessità di poltrone, di sistemare parenti o amici, la mia è una mossa politica per riportare al voto la Regione". Zingaretti, infatti, si trova nella classica situazione della cosiddetta "anatra zoppa": ha ottenuto più voti dei suoi sfidanti ma i consiglieri di opposizione risultano 26, ossia uno in più della coalizione di centrosinistra che ha vinto le elezioni. Stefano Parisi, intervenuto a Coffee Break su La7, smonta come "cose lunari" i rumors del Messaggero e dice: "Sicuramente Zingaretti ha commesso un grave errore: quello di, non avendo una maggioranza in Consiglio regionale, fare una interivista quattro giorni dopo le elezioni dicendo che lui si candidava alla guida del Pd, cosa legittima, e che anche se perdeva la maggioranza in consiglio regionale, andava uguale lo stesso, così era più libero di candidarsi alla guida del Pd". "Ora - ha concluso Parisi - hai fatto una campagna elettorale fino all'altro giorno.

La Regione Lazio è in mezzo ai guai, sulla sanità, i rifiuti, le infrastrutture. Non va bene. Siccome non ha una maggioranza, il rischio che effettivamente Zingaretti non sia in grado di fare un governo e che si vada a votare esiste"

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