Politica

Ius soli, la sinistra non rinuncia Arriva la cittadinanza per bimbi

L'amministrazione comunale di Lecce ha approvato una sorta di ius soli comunale. Cittadinanza onoraria per i figli dei migranti, ma è solo uno spot

Ius soli, la sinistra non rinuncia Arriva la cittadinanza per bimbi

La giunta di sinistra di Lecce riconoscerà la cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati. Lo ius soli, insomma, sarà approvato in forma "comunale" e simbolica. L'amministrazione guidata dal sindaco Carlo Salvemini, infatti, ha aderito alla campagna dell'Unicef "Città amica dei Bambini", tesa a promuovere i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza a livello locale. "il Comune di Lecce - si legge sull'Agi - in collaborazione con l'Unicef e altri partner locali, si impegnerà a diffondere la convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza tra la cittadinanza contro ogni forma di discriminazione e conferirà la cittadinanza onoraria, come atto simbolico, a tutti i bambini di origine straniera nati in Italia che vivono a Lecce". La cerimonia ufficiale di conferimento della cittadinanza onoraria, inoltre è prevista per il marzo prossimo, ma il provvedimento del sindaco sembrerebbe tenere poco in considerazione, anche se solo in funzione del citato aspetto simbolico, l'esito dell'iter parlamentare del disegno di legge sulla cittadinanza agli stranieri.

"Il percorso che avviamo con l’Unicef - ha dichiarato l’assessore alla Pubblica Istruzione di Lecce, Patrizia Guida - è parte integrante di una visione di città che mette in primo piano i suoi futuri ‘cittadini’". L'amministrazione di centrosinistra, insomma, non pare intenzionata a rassegnarsi sul cosiddetto iu soli o ius culturae. "L’obiettivo dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione - ha specificato l'assessore - è quello di creare una comunità educante che prepara il bambino e la bambina a vivere con pienezza la cittadinanza e i suoi diritti/doveri. E sono proprio percorsi come questo che ci aiutano ad educare i ragazzi al rispetto dei doveri, delle norme che regolano la vita sociale e a esigere pari attenzione e rispetto da parte di chi amministra". E ancora: "Abbiamo già messo in cantiere una serie di iniziative dedicate ai bambini, a partire dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado, tese proprio al loro coinvolgimento nella gestione della cosa pubblica ma anche all’esercizio della cittadinanza", ha chiosato l'assessore della giunta di centrosinistra. "A prescindere dalla infelice vicenda parlamentare – ha sottolineato il sindaco Salvemini – ritengo questo atto un passo avanti sul fronte dei diritti dei minori". Lecce, tuttavia, non è la prima città ad aver scelto in qualche modo di "scavalcare" la legislazione nazionale in materia di cittadinanza: Torino, Milano, La Spezia, Bologna, Napoli, Pordenone, Crotone, Catanzaro, Perugia, Savona, Arezzo, Cremona, Ferrara e Salerno, come si legge qui, hanno aderito nella stessa misura all'"anticipazione" sui tempi di un'ipotetica riforma.

La cittadinanza onoraria, sarà bene ribadirlo, non rileva in alcun modo rispetto al diritto di accesso alle cure sanitarie, che resta garantito in ogni caso. Nessun effetto, poi, anche sui diritti politici, che continueranno ad essere esercitabili dopo il conseguimento della maggiore età. Un provvedimento, quello sostenuto e approvato da questa e da altre giunte di centrosinistra, che sembrerebbe avere finalità principalmente propogandistiche. La vita di quei bambini, del resto, difficilmente cambierà mediante il conferimento della "cittadinanza onoraria". "Sono battaglie per la democrazia, dicono. Peccato che la democrazia passi necessariamente per le decisioni di un Parlamento sovrano e non per le fughe in avanti di primi cittadini in cerca di notorietà", ha fatto notare Adriano Scianca su La Verità.

Difficile immaginare, poi , che un processo d'integrazione fattuale ed efficace possa passare attraverso una cerimonia puramente simbolica.

Commenti