"La Lega alimenta l'odio". Tra i 5 stelle cresce la fronda contro Di Maio

Non solo Fico e Lezzi: deputati e consiglieri da Nord a Sud contestano la linea sui migranti

"La Lega alimenta l'odio". Tra i 5 stelle cresce la fronda contro Di Maio

La fronda c'è e si vede. Il mondo grillino è in fermento e per la prima volta nella storia del M5s siamo in grado di annotare le dichiarazioni pubbliche contrarie alla linea «ufficiale» incarnata dal capo politico Luigi Di Maio. Il caso dei migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera ha fatto deflagrare quel dissenso che, da molti mesi, si muoveva sottotraccia, nei retroscena e nei mal di pancia sussurrati sui divanetti del Transatlantico.

A guidare il disagio di parte del Movimento Cinque Stelle è Roberto Fico. Il presidente della Camera, già all'indomani della sua elezione, ha cercato di ritagliarsi un ruolo il più possibile indipendente dai vertici «ministeriali» pentastellati. Un controcanto instancabile alle politiche sull'immigrazione del governo e di Matteo Salvini, esploso la settimana scorsa quando il leader degli «ortodossi» ha detto a chiare lettere che i migranti andavano fatti scendere dalla nave. L'intervento di Fico ha provocato la risposta piccata del segretario del Carroccio: «Pensi a fare il presidente della Camera». Ed è proprio in quel momento che si è innescato il cortocircuito interno ai pentastellati. La prima a reagire, dall'interno dell'esecutivo, è stata Barbara Lezzi, ministro per il Sud, che non le ha mandate a dire a Salvini: «Nessuno deve dare lezioni alla terza carica dello Stato». Mentre i fedelissimi di Di Maio, come Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari Regionali, hanno rimproverato Fico. Ha detto Buffagni, rivolto al presidente della Camera: «Avrei fatto una telefonata prima dell'uscita pubblica». Freddo lo stesso vicepremier grillino: «Credo che Fico abbia tutto il diritto di esprimere la sua opinione, ma il governo resta compatto».

Ma tra i parlamentari, «ortodossi» e non, non si è fermato l'effetto domino. Elena Fattori, senatrice di Genzano di Roma, prima ha parlato di «politica degli scudi umani indegna di un paese civile» e domenica ha fatto discutere un suo post su Facebook in cui scriveva: «È possibile che il nazista Eichmann e i suoi milioni di complici stessero semplicemente eseguendo gli ordini?». Riferimento all'esperimento di psicologia sociale di Milgram, polemiche su Salvini. Immancabile Paola Nugnes, senatrice partenopea tra le più vicine a Fico. Una delle punte più avanzate del dissenso, con un post sui social e una dichiarazione al giorno critica verso la Lega. Negli scorsi giorni è arrivato anche l'intervento di Gregorio De Falco, senatore M5s, ufficiale di Marina militare e «eroe» della Costa Concordia: «Sotto il profilo umano non è degno di un Paese civile e di uno Stato di diritto lasciar permanere questa situazione». Sulla stessa linea il senatore napoletano Gianluca Ferrara, che ha detto: «M5s responsabile, ma Salvini parla alla pancia del Paese, come fossimo tutti adolescenti». Così come il deputato Giuseppe Brescia: «Non condivido la linea del Carroccio, io i migranti li avrei fatti scendere dalla nave». Nell'elenco dei dissidenti c'è anche il deputato Luigi Gallo, secondo il quale Salvini «alimenta odio».

In più ci sono i malumori locali.

Dalla Sicilia hanno attaccato la Lega il deputato regionale Giampiero Trizzino e il capogruppo in consiglio comunale a Palermo, Ugo Forello. A Torino, la capogruppo M5s Valentina Sganga ha preso le distanze: «Li lasci sbarcare, Salvini sta dimenticando che sono persone».

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