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La Lega cancella Putin. "Accordi senza valore"

Oggi la sfiducia a Salvini alla Camera: "L'invasione dell'Ucraina ha cambiato i rapporti, i nostri voti in Parlamento lo confermano"

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La mozione di sfiducia a Salvini arriva in aula alla Camera oggi pomeriggio, l'esito del voto è abbastanza scontato visti i numeri della maggioranza, le divisioni nella minoranza (Iv non l'ha sottoscritta, il M5s mal sopporta di accodarsi ai nemici di Azione primi firmatari della mozione) e la modalità di voto, a scrutinio palese. Ma l'obiettivo dell'opposizione non era una crisi di governo, quanto piuttosto il rilancio della polemica sui rapporti tra la Lega e la Russia di Putin, per tentare di mettere in difficoltà il governo sul fronte Ucraina. Il punto su cui attacca l'opposizione è il famoso accordo di collaborazione siglato a Mosca nel marzo 2017 tra «il partito politico Lega Nord» nella persona di Salvini e Russia Unita, il partito di Putin, rappresentato in quell'occasione dal responsabile esteri Sergey Zheleznyak. Un generico impegno per cooperare e scambiarsi informazioni, che non ha poi avuto seguito.

La Lega lo spiega in una nota fatta uscire alla vigilia del voto sulla sfiducia: «Come già ribadito, i propositi di collaborazione puramente politica del 2017 tra la Lega e Russia Unita non hanno più valore dopo l'invasione dell'Ucraina. Di più. Anche negli anni precedenti non c'erano state iniziative comuni. La linea della Lega è confermata dai voti in Parlamento: dispiace che l'Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall'opposizione».

Non solo, il partito di Salvini ne approfitta per ricordare le relazioni intercorse tra Vladimir Putin e i governi precedenti, targati Pd, prima del 2022: «La guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell'invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani: lo dimostrano, per esempio, i 28 accordi multimiliardari siglati a Trieste nel novembre 2013 dall'esecutivo di Enrico Letta alla presenza di Vladimir Putin, la missione dell'allora Premier Matteo Renzi a San Pietroburgo nel giugno 2016 per intese da oltre un miliardo, gli accordi di Sochi siglati dall'allora Premier Paolo Gentiloni e Vladimir Putin nel maggio 2017, la missione in Russia del giugno 2017 dell'allora ministro Carlo Calenda per confermare contratti da almeno 4 miliardi. Il tutto senza dimenticare che perfino importanti gruppi editoriali italiani hanno siglato accordi con la Russia per distribuire in Italia alcuni allegati». Riferimento quest'ultimo a Repubblica che per sei anni, dal 2010, ha pubblicato come inserto Russia Oggi. La linea degli alleati di Salvini è quella già espressa dal premier Meloni, quello che conta è come la Lega vota in Parlamento. Posizione ribadita dal vicepremier Antonio Tajani: «La Lega ha sempre votato per l'invio di aiuti a Kiev in Parlamento. Parlano gli atti». Quanto al documento del 2017 «è un vecchio accordo che non ha avuto nessun seguito», spiega il ministro degli Esteri e leader di Fi.

L'opposizione va avanti. «Quell'accordo contiene una clausola automatica di rinnovo. Salvini ci faccia vedere un documento con cui rescinde dall'accordo con Putin» rilancia Matteo Richetti, Azione, primo firmatario della mozione. Salvini è talmente tranquillo che si è fatto intervistare da Belve, Rai2, dove ha raccontato alcuni aneddoti, anche privati. Con la Meloni «abbiamo cominciato a frequentarci anche fuori dalla politica. Ogni tanto la sera gioca a burraco con la mia fidanzata Francesca. Io no, perché sono due faine e odiano perdere».

La sua leadership nella Lega? «Ho ancora tanto da dare, gli altri in gamba li lascio aspettare un attimo».

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