La Lega distanzia Fdi. E l'Europa è promossa sull'emergenza Covid

Un sondaggio Ipsos conferma le gerarchie. Allarma il dato degli indecisi: sono al 38%

La Lega distanzia Fdi. E l'Europa è promossa sull'emergenza Covid

La Lega resta il primo partito, secondo l'ultimo sondaggio commissionato dal Partito popolare europeo a Ipsos. E, al contempo, le istituzioni europee strappano la sufficienza in un articolato sondaggio su come gli italiani, divisi per appartenenza politica e per fascia sociale, giudicano il lavoro svolto da Bruxelles durante il lungo ed estenuante lockdown legato alla pandemia.

Ipsos fotografa un'Italia governabile da una maggioranza certa e coesa. Guidata dal partito di Matteo Salvini al 21,7% dei consensi, seguito da Fratelli d'Italia, terzo partito con il 19% dei consensi, e da Forza Italia, stabile all'8,5%. Dall'altra parte il Partito democratico di Enrico Letta resta al secondo posto con il 20,2%. Nella piccola galassia delle sigle che compongono il centrosinistra spicca la crescita di Liberi e Uguali al 3,3% e il crollo di Italia viva sotto il due per cento (1,9), mentre Azione di Carlo Calenda (2,3%) e +Europa (2,5%) restano stabili. Considerato l'indebolimento del gradimento del Movimento Cinquestelle (ora al 14,5%), si nota che il centrosinistra è ben lontano dagli avversari del centrodestra.

Un dato però molto importante, e che comunque sarà sicuramente foriero di sorprese in sede di ricorso alle urne, è quello relativo agli indecisi e astenuti. Ipsos lo ha stimato in un 38% del campione interrogato. Vale a dire più di un terzo della popolazione non sa chi votare o non vuole proprio andare al seggio.

Interessante anche lo sguardo all'Europa che offre il sondaggio. Con domande volte a sapere quanta fiducia abbiano gli italiani nelle istituzioni europee e cosa pensino del modo in cui sono stati affrontati a livello europeo i problemi economici-sanitari causati dalla pandemia.

Le istituzioni europee (con lievi differenze l'una dall'altra tra Parlamento, Commissione e Banca centrale europea) strappano la sufficienza. Un voto, però, ribaltato se il sondaggio va a pescare gli elettori divisi per appartenenza politica. In questo caso la Banca centrale e la Commissione vedono il segno rosso. Con due sole categorie di elettori che mantengono sempre positivo il giudizio su queste istituzioni (Forza Italia e Partito democratico).

Anche nel rapporto tra Italia ed Europa, gli intervistati offrono un giudizio positivo con oltre il 56% dei voti, mente soltanto il 29% degli intervistati boccia la presenza italiana sotto l'egida europea. Ed è confortante, almeno per quanti si battono per aumentare la coesione dell'Unione e per rendere la stessa più efficace nell'aiuto ai singoli Paesi, notare che gli stessi intervistati sono convinti che il futuro di questa istituzione sovranazionale dovrebbe vederla come una «vera unione e non come la somma di Stati distinti».

L'Unione Europea ha già dato prova nel passato più prossimo di poter essere utile alle comunità che rappresenta. E l'emergenza Covid è stata, per gli intervistati, una perfetta cartina di tornasole. Alla domanda su come la Ue abbia affrontato questa emergenza il 58% degli intervistati ha dato un giudizio positivo (il 19% addirittura «molto positivo») sia dal punto di vista economico che da quello sanitario.

Più articolato il giudizio sul Piano per la ripresa dell'Europa (meglio conosciuto come Next generation Eu). Per il 14% del campione intervistato l'Unione ha con questo piano cambiato radicalmente il suo modo di agire rafforzando il senso di coesione dei diversi Paesi.

Il 47% degli intervistati dà un giudizio blandamente positivo mentre a bocciare l'azione comunitaria in quanto tale è soltanto il 18 per cento. Insomma l'Europa esce da questa crisi socio-sanitaria rafforzata e dalle ampie prospettive di crescita.

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