Roma - Il viaggio del ministro dell'economia, Giovanni Tria, a Singapore e in Cina non è iniziato sotto i migliori auspici. e non per le polemiche sulla sigla del memorandum sulla Belt and Road Initiative, bensì per l'ennesimo richiamo all'ordine del vicepremier Matteo Salvini. «Con tutto il garbo e l'educazione possibile, mi aspetto entro questa settimana i decreti del ministero (sui rimborsi ai risparmiatori coinvolti nei crac bancari; ndr) o altrimenti li andiamo a scrivere noi», ha detto ieri il ministro dell'Interno precisando che i rapporti con Tria sono «eccezionali, è parte di una squadra fortissima» e «se poi mi firma i decreti attuativi, lo porto via per il weekend». Infine l'ultimatum. «O li firma entro questa settimana, e lo dico nel modo più costruttivo possibile oppure se mi dice: Aspettiamo una risposta dall'Europa, facciamo a meno di questa risposta», ha concluso.
La vittoria nelle Regionali lucane ha ulteriormente ringalluzzito Salvini e tutto lo stato maggiore leghista, convinto di potersi porre in una posizione di forza rispetto al ministro dell'Economia che la scorsa settimana ha stoppato la proposta del Carroccio sulla flat tax ribadendo che «per ogni riflessione occorrerà attendere la prossima manovra». Non foss'altro perché l'Fmi ancora ieri ha confermato la possibilità che il nostro Paese entri in una nuova recessione. Tanto la Lega quanto il Movimento 5 Stelle, tuttavia, spingono perché nel Def, che deve essere varato entro il 10 aprile, trovino spazio misure di spesa come la flat tax o come l'azzeramento dell'Imu sui capannoni. «I soldi messi sulla mini Ires che non stanno funzionando si possono spostare e utilizzare per detrarre al 100% l'Imu sui capannoni delle aziende e per tutti i beni strumentali», ha sottolineato ieri Luigi Di Maio anticipando uno dei potenziali contenuti del decreto Crescita. Dopo le débâcle delle regionali anche i pentastellati vogliono qualcosa di spendibile oltre il reddito di cittadinanza che oggi torna nell'aula del Senato. E anche in questo caso è Tria che fa da tappo come sullo sblocco delle risorse per gli investimenti in infrastrutture.
Non è l'unica richiesta dei grillini che vorrebbero incidere maggiormente nella prossima tornata di nomine pubbliche, a partire da Sace la controllata Cdp che assicura i crediti con l'estero.
M5s vorrebbe dare un segnale di discontinuità e inviare un messaggio al presidente e all'ad della Cassa, Tononi e Palermo, che hanno fatto da argine, d'intesa con il Tesoro e il Quirinale, al neostatalismo pentastellato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.