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Il leghista volontario per Reithera: "Ho avuto paura, ma credo nel vaccino"

"Solo con il vaccino possiamo uscire da questo periodo nefasto". Così il deputato leghista Paolo Tiramani ci spiega cosa lo ha spinto a fare da "cavia" per la sperimentazione del vaccino italiano ReiThera

Il leghista volontario per Reithera: "Ho avuto paura, ma credo nel vaccino"

"Solo con il vaccino possiamo uscire da questo periodo nefasto". Così il deputato della Lega e sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, ci spiega cosa lo ha spinto a far da 'cavia' per la sperimentazione del vaccino italiano ReiThera.

Come ha aderito all'iniziativa?

"Sono stato contattato dalla mia Asl di riferimento nei mesi scorsi. Ho aderito con entusiasmo, credo nella scienza, credo nella medicina, come padre di famiglia, sindaco e politico mi è sembrato giusto aderire, per dare l'esempio".

Ha capito se le hanno dato il vaccino o un placebo? Ha avuto sintomi?

"La sperimentazione prevedeva la somministrazione al "buio" di tre ipotesi: un placebo, una mezza dose o l'intero vaccino. Visto i sintomi che ho riscontrato è assai probabile che mi sia stato somministrata l'intera dose: ho avuto febbre anche molto alta, dolori muscolari, brividi e mal di testa. Oltre che gonfiore cutaneo . Tutti sintomi previsti".

Ha avuto paura?

"Quando la febbre ha iniziato a salire sfiorando i 40 gradi, un po' lo confesso. Dopo poche ore, prendendo una semplice Tachipirina è passato tutto".

Lei si fida dei vaccini?

"Assolutamente si, altrimenti non avrei aderito alla sperimentazione. Dopo un anno passato in queste precarie condizioni sociali ed economiche, la vaccinazione a tappeto è l'unica possibilità per tornare alla normalità".

ReiThera tra quanto tempo potrebbe entrare in commercio?

"Attualmente siamo nella fase 2 e 3 della sperimentazione. L'obiettivo è la validazione finale in estate e la produzione della dosi a settembre. 100 milioni l'anno soddisferebbero l'intera richiesta del paese".

Il vaccino italiano può essere una soluzione "sovranista" anche per il futuro?

"Non credo sia giusto connotare così il vaccino italiano. Siamo primi al mondo in tanti settori e lo siamo anche nella ricerca. Se possiamo soddisfare la richiesta interna con un vaccino made in Italy tanto di guadagnato".

Il caso Astrazeneca può rinvigorire le teorie no vax?

"Le statistiche dicono che i casi di trombosi sono infinitamente millesimali rispetto alle dosi somministrate. In Italia c'è sempre un partito di contrari a prescindere".

Ritiene che il governo abbia fatto bene a bloccare Astrazeneca?

"Era giusto approfondire e non sono stati pochi giorni di stop a bloccare il piano vaccinale che con il governo Draghi ha preso un enorme slancio. Il periodo delle primule di Arcuri è alle spalle...".

Cosa pensa del vaccino russo Sputnik?

"Tutti i vaccini se validati da AIFA possono tornare utili alla causa che lo ripeto è la stessa: tornare alla normalità il prima possibile".

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