Cultura e Spettacoli

"Con lei si chiude la Belle Époque di una Rai mitica"

"Raffa era il volto di una tv educativa, istruttiva, semplice. E lei era popolare ma elegante"

"Con lei si chiude la Belle Époque di una Rai mitica"

Anche il vulcanico Renzo Arbore ha perso la parola alla notizia della scomparsa di Raffaella e mormora incredulo: «Passavo tutti i giorni davanti alla casa di Gianni Boncompagni dove abitava Raffaella e mi ripromettevo sempre di andarla a trovare. L'avevo ricordata nel mio programma No, non è la BBC raccontando anche il primo incontro con Boncompagni e i tratti salienti della sua straordinaria carriera».

Cosa le viene in mente nominando Raffaella?

«Un sipario che si chiude sulla più bella stagione della tv italiana per quello che riguarda il varietà. Sono addoloratissimo, era un simbolo, il simbolo della bella televisione. Di quella che era la più bella televisione del mondo, quella della Rai. Una tv educativa, istruttiva, elegante, allegra, semplice ma musicale. Gli storici credo che con Raffaella parleranno della fine di quella che è stata la bella époque della televisione».

Com'era Raffaella?

«Lei era popolare ma allo stesso tempo elegante. I critici spesso cercavano i difetti nei suoi show ma lei era allegra, divertente, leggera. Non c'era ancora Mediaset ed era la tv di Bernabei e poi di Agnes... Era una tv artistica perché non c'era ancora l'ossessione dell'Auditel e Raffaella la interpretava alla perfezione».

Anche Carràmba! era un programma artistico?

«Fu una grande idea, ovvero quella di far diventare il pubblico protagonista della trasmissione: ripeto una tv popolare ma fatta con gusto. E lei ne aveva tanto. Era una grande artista come solo una regione come l'Emilia Romagna riesce a partorire; sincera, verace, innamorata del lavoro e versatile, non solo showgirl ma anche cantante ironica e sensuale, vi ricordate il brano Com'è bello far l'amore da Trieste in giù?».

Siete stati molto legati?

«Beh, era una persona amabilissima e generosa e poi era la compagna di vita del mio inseparabile partner Gianni Boncompagni. Lei però era determinata nel lavoro; non era una cialtrona come noi che improvvisavamo gag e sketch. Lei si preparava, studiava, faceva ginnastica e danza, era completamente votata allo spettacolo».

Come la ricorda?

«Ricordo i suoi balletti, il suo sorriso, la sua carica comunicativa e le sue interviste - o i suoi garbati ed eleganti duetti - con personaggi come Corrado, Alberto Sordi, Vittorio De Sica».

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