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L'equilibrismo tra regole e indipendenza

"The bird is freed" ha twittato con toni trionfalistici Elon Musk, subito dopo aver perfezionato l'acquisizione del social network di microblogging e poco prima di aver licenziato in tronco quattro dirigenti del colosso.

L'equilibrismo tra regole e indipendenza

«The bird is freed» ha twittato con toni trionfalistici Elon Musk, subito dopo aver perfezionato l'acquisizione del social network di microblogging e poco prima di aver licenziato in tronco quattro dirigenti del colosso. E, se il buongiorno si vede dal mattino, sono in molti dentro a Twitter pronti a sgomberare le scrivanie. «L'uccellino è liberato» preconizza il numero uno di Tesla e Space X, ma bisogna vedere, fuori dalla cattività, quanto durerà il volatile azzurrino. Perché molti sono già pronti, con il fucile in mano, a dargli la caccia. Twitter non è il social network più utilizzato al mondo - davanti a lui svettano Instagram, Facebook, Tik Tok e molti altri - ma è sicuramente il più influente e quello utilizzato dalle persone più importanti del mondo: dai vip ai leader politici. Nel corso degli anni è diventato prima un salottino autoreferenziale della sinistra radical chic (in primis giornalisti e intellettuali) e poi una piccola dittatura nel nome del più strabico politicamente corretto. Un'azienda privata che di fatto decideva cosa si potesse o non potesse dire nel dibattito pubblico. Finché a venire bannato era qualche sciamannato suprematista bianco o un estremistra islamico il problema non si poneva. Ma il caso è diventato maiuscolo quando il social network che fu di Jack Dorsey ha deciso di bannare a vita Donald Trump dopo gli episodi di Capitol Hill. Può una multinazionale tappare la bocca al presidente degli Stati Uniti e nel contempo lasciare sproloquiare - giusto per citarne uno - l'ayatollah Khamenei? Secondo Musk no e, infatti, probabilmente riabiliterà Donald, non sappiamo cosa farà con la guida suprema iraniana. Il macigno che grava sulle spalle del nuovo proprietario del social network è filosofico e politico, ancor prima che economico. Lui, che si dichiara un «free speech absolutist», un ultra libertario della parola, riuscirà a far diventare Twitter un angolo di libertà senza che divenga una infrequentabile canea? L'uomo è sì folle, ma anche visionario. E se gli americani sono tornati nello spazio lo devono, in gran parte, anche a lui.

Vediamo fin dove riuscirà a far volare l'uccellino più amato dai vip.

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