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L'eredità di Berlusconi: "Avevo pensato a Cairo"

"Ma ha visto quello che ho subito e ha declinato". Sondaggi, il 54% vuole un governo di centrodestra

L'eredità di Berlusconi: "Avevo pensato a Cairo"

«Torno in campo per convincere gli italiani ad aprire gli occhi...». Nel salotto di Bruno Vespa a Porta a Porta (Rai1), Silvio Berlusconi continua l'invettiva iniziata due giorni prima nelle interviste su Mediaset contro il governo gialloverde e il M5s, che porta l'Italia al disastro.

È convinto che il Paese abbia bisogno di una scossa e i suoi toni sono veementi. Il leader di Forza Italia si rimprovera di non essere mai riuscito ad ottenere nelle urne il 51%, per non aver bisogno di alleati spesso rivelatisi sleali, però ora pensa che forse non è colpa sua, ma «colpa degli italiani, che non mi hanno capito». Non dice se alla lista che va da Fini ad Alfano, sta per aggiungere Matteo Salvini, più vicino al grillino Luigi Di Maio che a lui, ma il sospetto lo insinua. Su una delle questioni che più dividono Lega e M5s, la Tav, Berlusconi è deciso: «Sento tutte fesserie: c'è una legge che ci impone di farla e si deve fare. I signori dei 5S, che sono ignoranti, se vogliono dire no, devono fare un emendamento a quella legge ed abrogarla». E secondo un sondaggio Emg per Agorà, il 54% degli elettori preferirebbe al governo una coalizione Lega-centrodestra.

L'ex premier parla anche di autonomia in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, una delle battaglie-simbolo del Carroccio. «Siamo favorevoli - dice - ma teniamo in grande considerazione anche le regioni del Sud»,che devono avere maggiori risorse da una lotta più forte ad evasione ed elusione fiscale.

All'eterna domanda sul suo successore il Cavaliere risponde: «Ho tentato con molti ma mi hanno deluso, anche con Urbano Cairo, che è stato mio assistente per 12 anni e sta facendo molto bene come imprenditore. Ma, dopo aver visto quello che hanno fatto a me, mi ha detto: No, non lo farò mai».

Nel pomeriggio, a Roma, Berlusconi ha lavorato per allargare ai centristi la lista Fi-Ppe, che si presenterà al voto il 26 maggio. Ha ricevuto a Palazzo Grazioli 50 delegati di «Noi con l'Italia-Udc», guidati da Maurizio Lupi, e concordato le candidature di Saverio Romano nella circoscrizione Isole e Mauro Parolini nel Nord Ovest. In tv, il Cav dice di non aver ancora deciso se sarà capolista in tutte le circoscrizioni. Forse al Centro lascerà il primo posto al presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, numero due di Fi che punta a un secondo mandato.

Il partito ha deciso di promuovere un referendum sul reddito di cittadinanza, forse anche su Tav e chiusura dei negozi la domenica, proposta dai 5s e a Vespa Berlusconi dice: «Ma dove se le inventano questi signori? Ci sarebbe una contrazione dei posti di lavoro e l'economia si ridurrebbe come i consumi». Non è tempo di pensare a regali nel giorno di San Valentino, sottolinea il Cav, «troppo preoccupato per il futuro dei miei figli, dei miei nipoti e per le sorti degli italiani».

È, infatti, convinto che servirà una manovra correttiva, «anche se Salvini rinvia e penso che ci sarà una patrimoniale». Domani il leader di Forza Italia arriverà a Cagliari, in ritardo di un giorno sul programma, per impegni a Roma. La trasferta per le regionali del 24 in Sardegna probabilmente avrà un seguito la prossima settimana, per chiudere la campagna elettorale del centrodestra, che sostiene come governatore Christian Solinas, scelto dalla Lega. Con Vespa Berlusconi parla anche del voto di marzo in Basilicata e conferma gli attriti con Salvini e Giorgia Meloni, sul generale Vito Bardi. «Spettava a noi indicare il candidato, ma quello scelto non ha dato riscontri entusiastici.

Abbiamo accettato di riaprire il discorso e già individuato dei candidati molto buoni, uno lo vedo questa sera e due domani», dice.

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