«Sono incazzato nero e mi sento tradito», disse quando vennero a prenderlo, la sera del 22 luglio scorso. L'incazzatura non gli è passata, anzi gli aumenta con il trascorrere dei giorni in carcere. Giancarlo Galan è rinchiuso a Opera da quasi un mese e vi passerà anche i prossimi due. Starà tutta l'estate dietro le sbarre l'ex governatore del Veneto, arrestato nell'inchiesta sulle tangenti per il Mose.
La gran parte delle accuse è caduta in prescrizione, non è più il doge della regione da quattro anni, non può ripetere i reati e non pensa di fuggire; i giudici del Riesame, tuttavia, la settimana scorsa non gli hanno concesso nemmeno i domiciliari. Ritengono necessaria una «effettiva, netta, reale, definitiva cesura dall'ambiente in cui sono maturati i fatti».
Insomma, Galan viene tenuto dentro perché è un politico, un ex governatore ed ex ministro per di più di centrodestra, un simbolo del berlusconismo, tessera numero 19 di Forza Italia, tra i più votati politici azzurri. È questo il vero peccato originale che deve scontare. Non conta che negli anni a Palazzo Balbi non abbia preso nemmeno una multa per divieto di sosta. Deve tagliare i ponti con l'ambiente della politica. Se facesse un altro mestiere, sarebbe già fuori da un pezzo.
Galan non ha mai lasciato il centro clinico del carcere di Opera. Le sue condizioni non glielo consentono. I medici del penitenziario hanno confermato le diagnosi emesse negli ospedali di Padova ed Este dove il deputato di Forza Italia era ricoverato dai primi di luglio dopo essersi fratturato il perone destro. Il gesso e il diabete gli hanno gonfiato la gamba provocando problemi circolatori con il rischio di embolie. A Este gli avevano raccomandato immobilità assoluta. La sera del 22 luglio gli uomini della Guardia di finanza che gli hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare l'avevano trovato a letto.
I medici di Opera non hanno modificato quelle prescrizioni, segno che erano infondate le polemiche seguite ai ricoveri, alimentate anche dai pubblici ministeri che avevano acquisito le cartelle cliniche a colpi di grancassa mediatica adombrando il sospetto di una falsa malattia. Galan in realtà non sta affatto bene, dovrebbe essere seguito in un ospedale vero e in strutture adeguate per la riabilitazione. Invece le sue giornate di detenzione si susseguono tra letto e sedia a rotelle, a studiare con gli avvocati le carte dell'inchiesta e leggere qualche libro che aveva chiesto.
La moglie Sandra Persegato è andata a trovarlo una volta: la procura aveva dato parere negativo, anche con lei era necessaria una «cesura». Più frequenti i colloqui con gli avvocati Antonio Franchini e Niccolò Ghedini. Il deputato azzurro, al quale la Camera ha immediatamente tagliato le indennità, ha ricevuto anche la visita di alcuni parlamentari e consiglieri regionali: i primi sono stati Daniela Santanché e Giulio Gallera. L'hanno trovato fisicamente prostrato ma combattivo, sempre più arrabbiato per l'uso indegno della custodia cautelare, e deciso a non mollare.
L'ordinanza di arresto è stata annullata per la parte antecedente il luglio 2008 (prescrizione), gli altri episodi coincidono con gli ultimi mesi da governatore. Galan è incensurato, una perizia ha accertato una «capacità economica congrua» per l'acquisto della villa di Cinto Euganeo. Eppure non ha diritto nemmeno ai domiciliari. I suoi accusatori, i presunti corruttori, sono tutti fuori a godersi la libertà. Il costruttore Piergiorgio Baita ha ricominciato a lavorare e a frequentare i ristoranti per vip con una Porsche fiammante mentre l'ex segretaria Claudia Minutillo scarica la tensione in un dammuso di Pantelleria affittato per tutto agosto.
Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia nuova, ha trovato rifugio nella villa di La Jolla, il suo « buen retiro » sulla costa californiana non lontano da San Diego e dal confine messicano.
Chi collabora con i pm può fare le vacanze, viaggiare, mettere due continenti e un oceano tra sé e le indagini. Galan invece dalla branda del carcere studia il ricorso in Cassazione, la quale comunque non si riunirà prima di metà settembre. Altri due mesi a Opera non glieli toglie nessuno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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