Dopo l'appello al dialogo rivoltogli da Salvini, con l'intento di non far saltare in Parlamento il ddl Zan, Enrico Letta non solo fa orecchie da mercante ma anzi affonda contro il leader del Carroccio durante un'intervista concessa al Tg3. Nessuna mediazione, dunque. E adesso fra i due leader è scontro aperto.
Il "piano" di Letta
Che lo scopo non manifesto del Pd possa essere quello di non far passare il decreto di legge tanto discusso per far ricadere la colpa su chi chiede delle modifiche al testo originario (leggasi Italia Viva di Matteo Renzi ed il centrodestra) non è di certo una novità. Come anticipato da Marco Antonellis di Tpi, il segretario dem sarebbe già a conoscenza di malumori interni al suo partito e di fronde di franchi tiratori pronti a votare contro il ddl Zan, non solo tra le file di Italia Viva e dei partiti di centrodestra.
Ecco il perché dell'ostinazione nel voler portare il testo del decreto di legge senza apportarvi alcuna modifica, come richiesto in tempi non sospetti anche dal Vaticano: così facendo Letta passerebbe agli occhi dell'opinione pubblica come il baluardo del decreto di legge ma non risulterebbe il diretto responsabile del fallimento della sua approvazione. Una mossa che gli consentirebbe di conseguire due vittorie strategiche, ovvero non recidere il legame col mondo della Chiesa e condannare le anime del governo che hanno proposto una rimodulazione del testo.
"Salvini non è un interlocutore affidabile su questa materia", affonda Letta ai microfoni del Tg3. "Salvini è lo stesso che sta appoggiando Orban, che sta facendo una vergognosa legislazione contro tutto ciò che è diverso. Andremo in Parlamento e lì discuteremo con chi ha voglia di discutere". Nessuna voglia di contrattare, ma solo di andare in Parlamento, dove, come già il segretario sa, troverà un solido muro su cui far schiantare il ddl Zan.
Fa eco al suo segretario anche il senatore Franco Mirabelli: "Noi vogliamo fare una legge per difendere i diritti delle persone, altri stanno facendo propaganda", dichiara infatti all'AdnKronos. "Innanzitutto non ha nessuna credibilità chi per otto mesi ha fatto ostruzionismo e sta dicendo quello che stiamo ascoltando nel dibattito al Senato, interventi che non lasciano intravedere alcuna volontà di affrontare il tema dei diritti. In più Salvini ha firmato e votato con Orban al Parlamento Ue: che credibilità ha?", attacca ancora il senatore dem.
"Dopodiché, sia Salvini che Renzi dicono che un compromesso ci vuole due minuti a farlo, ma noi non abbiamo ancora capito quale sia questo compromesso perché in realtà non esiste, è solo propaganda", aggiunge Mirabelli. "Se per Renzi e Salvini è sacrificare una parte fondamentale della legge Zan, è evidente che per noi è irricevibile. Stiamo parlando di diritti e noi compromessi al ribasso non ne facciamo".
Il problema è che pure nel Pd c'è chi rema contro, ma Mirabelli ostenta grande sicurezza: "Il Pd discute. Anche nella riunione del gruppo dell'altro giorno, sebbene ci sia stato chi ha espresso preoccupazioni, nessuno ha fatto un passo indietro rispetto al votare lo Zan. Su questo non sono preoccupato". La necessità di allargare i consensi al ddl, tuttavia, sembrerebbe mostrare un livello di certezze un tantino inferiore alle aspettative: "E comunque noi da martedì lavoreremo per allargare la maggioranza, non intendiamo stare fermi. Io credo che gli ordini del giorno possano togliere di mezzo preoccupazioni che ci sono in giro dal fatto che la legge aprirebbe all'utero in affitto o sulla libertà di espressione. Vogliamo sgombrare il campo da dubbi e timori", conclude il senatore.
L'ultimatum di Salvini
In queste ultime ore il segretario delle Lega ha cercato in ogni modo di aprire un dialogo, arrivando infine ad un ultimatum: "Vediamoci martedì, prima che il testo arrivi in Aula, per togliere i punti critici degli articoli 1, 4 e 7. Se Letta non accettasse, la legge Zan finirebbe male e tutta la responsabilità cadrebbe sulle spalle del Pd". Stando alla reazione di Letta, tuttavia, a nulla sono servite le sue parole. "Spiace che Letta e il Pd non vogliano ascoltare nessuno e preferiscano lo scontro al buonsenso", è stata l'amara constatazione dell'ex vicepremier, che stasera ha replicato alle parole del leader dem: "La Lega ha raccolto l'invito al dialogo proposto dal Vaticano e da tante associazioni", replica l'ex ministro dell'Interno.
Sarà dunque scontro aperto in Aula, dove i numeri sono risicatissimi. Tanti gli emendamenti preparati dal centrodestra.
Salvini ha fatto sapere di essere pronto a "battagliare con la sinistra". "Siamo disponibili a votarlo anche domani, ma abbiamo detto a Letta che deve togliere la storia dell'educazione gender nelle scuole", ha spiegato il segretario del Carroccio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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