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Letta insiste con le donne. Ma così può diventare un segretario dimezzato

La fuga in avanti del segretario del Pd, il quale spinge per due figure femminili come capigruppo alla Camera e al Senato non è piaciuta alle diverse correnti interne

Il segretario del Pd Enrico Letta
Il segretario del Pd Enrico Letta

È una strada in salita quella imboccata dal segretario del Partito democratico Enrico Letta. Il suo ritorno da Parigi non si può certo dire sia stato in sordina, anzi, l’ex presidente del Consiglio sembra intenzionato a lasciare il segno, fin da subito, in maniera forte. Il rinnovamento, per Letta, passa attraverso le donne, che dovranno avere un ruolo sempre più importante all’interno del Pd. Il primo banco di prova è rappresentato dal ricambio dei vertici dei democratici alla camera dei Deputati e al Senato, dove il segretario intende piazzare due figure femminili. Una partita molto rischiosa, poiché non tutti nel Pd sembrano pensarla allo stesso modo.

Se non dovesse passare l’idea di Letta, come scrive Marco Antonellis sul quotidiano Italia Oggi, “lo stesso segretario sarebbe di fatto ‘sfiduciato’ e non potrebbe fare finta di nulla”. Da poco nominato a capo del partito, l’ex premier si gioca la leadership sul suo diktat sulle donne, ma potrebbe uscirne azzoppato; la sua fuga in avanti non è piaciuta alle diverse correnti interne, le quali hanno bollato come un errore la scelta di Letta di uscire pubblicamente sulla vicenda, senza prima parlarne con i gruppi parlamentari. Probabilmente, discutendo, si sarebbe arrivati a una soluzione concordata e, forse, sarebbe stato anche accettato il principio di nominare due donne come capigruppo alla Camera e al Senato, ma adesso la partita è aperta e l’esito resta incerto.

Ma quali sono le parlamentari favorite per la nomina? Alla Camera si vocifera che la scelta potrebbe ricadere su Paola de Micheli. In alternativa, restano in corsa Alessia Morani o Marianna Madia. Al Senato, invece, c’è maggiore indecisione. Se dovesse prevalere la linea di Letta, le donne in lizza sono quattro: Simona Malpezzi, Roberta Pinotti, Valeria Fedeli e Anna Rossomando. Il segretario, in un’intervista a la Repubblica, ha sottolineato, inoltre, la necessità di scegliere persone di qualità e “capaci di giocare in squadra”, per far crescere il partito. “Una delle cose che mi sono piaciute di più della settimana scorsa – ha detto Letta – è stata chiamare a far parte della segreteria Mario Berruto, ex Ct della nazionale di volley. L'ho scelto non solo perché si occuperà di sport, ma perché vorrei che girasse nelle periferie del partito per fare la sua presentazione dell'idea di coach”.

Poi è ritornato sul ruolo delle donne, evidenziando come nell’università in cui insegnava queste erano circa il 65% e i maschi il 35% in termini di studenti. “Quando ho posto in queste ore la questione della presenza femminile nel Pd – ha spiegato il segretario – sono partite diverse critiche, secondo alcuni lo starei facendo per interessi o giochi miei. Ma in Europa, il fatto che ci sia un equilibrio di genere è la precondizione.

Uno schema per il quale un partito come il nostro ha nelle posizioni di vertice, segretario, capigruppo, ministri, presidenti di Regione, solo maschi, non è in linea col resto del mondo”.

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