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Letta rischiatutto. E scatta l'ira dei dem: "Così fa schiantare il partito..."

La candidatura del segretario dem alla Camera alimenta malumori e perplessità nel partito: "Per una sfida personale ci trascina tutti giù"

Letta rischiatutto. E scatta l'ira dei dem: "Così fa schiantare il partito..." Esclusiva

È un Enrico Letta in versione rischiatutto quello delle ultime ore. Dalla candidatura alla Camera, dove tornerebbe dopo le dimissioni date nel 2015, al ddl Zan, su cui non accetta mediazioni, il leader del Pd si gioca il suo futuro politico. Al costo di portare il Partito democratico a schiantarsi, tanto da far crescere i malumori tra i dirigenti sulla gestione di questi dossier. E proprio a cominciare dalla decisione di candidarsi alle elezioni suppletive di Siena. L’elezione, infatti, non è affatto blindata.

Alle Politiche del 2018, Pier Carlo Padoan conquistò il seggio con uno scarto inferiore ai quatto punti percentuali. Certo, in quel caso il Movimento 5 Stelle correva autonomamente e oggi Giuseppe Conte, appena diventato leader del M5S, non potrebbe fare questo sgarbo a Letta, che continua a blandirlo. “Sarebbe qualcosa di clamoroso se i grillini non lo sostenessero”, dice un deputato dem. Il punto è, però, il ruolo di Italia Viva, che in Toscana conserva la sua roccaforte elettorale. “Difficile immaginare che Matteo Renzi sostenga il suo avversario senza chiedere nulla in cambio. Anche perché dovesse andare male…”, ragiona un parlamentare del Pd.

Sconfitta e addio alla politica

Lo sbocco infatti è stato annunciato dallo stesso Letta: la sconfitta sancirebbe la fine del suo mandato da segretario e la sua uscita definitiva di scena dalla politica. “Non si schianterebbe solo lui, che tornerebbe a Parigi a impartire lezioni agli studenti. Verrebbe giù l’intero partito che dovrebbe cambiare l’ennesimo segretario in pochi mesi, senza un dibattito interno, ma solo per una sfida personale”, è il ragionamento raccolto da IlGiornale.it. “Sarebbe il caos”, è la sintesi.

Il problema che investe Largo del Nazareno è proprio questo. La scelta di correre per l’elezione di deputato a Siena è “un personalismo che avrebbe dovuto evitare, visto che peraltro siamo nella fase finale della legislatura”, sottolinea una fonte dem. Certo, Letta ha ottenuto un risultato. “Per qualche mese dobbiamo diventare tutti lettiani”, afferma un deputato. Nessuno può davvero remargli contro e d’altra parte la strategia ha un obiettivo preciso: una sua vittoria sarebbe un puntello alla leadership che inizia a traballare. “È una prova di coraggio, il modo per dimostrare che vuole mettersi in gioco e non è stato piazzato alla guida solo dalle corrente, ma che anzi riesce a prendere i voti degli elettori”, è la linea degli uomini più vicini al segretario.

L'irrigidimento sul ddl Zan

Ma la linea di di Letta suscita perplessità anche su altri punti caldi. Il pensiero vola subito al ddl Zan. L’irrigidimento sul testo è “un’operazione fine a se stessa, perché la scelta di non mediare è pericolosa per l’approvazione del provvedimento. Si è intestardito solo per andare contro Renzi e piazzare una bandiera”, spiega a IlGiornale.it una fonte dem.

All’interno del partito, dunque, cresce la spinta affinché si possa arrivare a un confronto con le altre forze politiche, inclusa la Lega di Matteo Salvini disponibile a trovare una soluzione. Così facendo si “potrebbe dare il via libera al ddl al Senato e poi farlo ritornare alla Camera per l’approvazione definitiva”. Ma il leader non vuole sentire ragioni: tira dritto.

Costi quel che costi.

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