Guerra in Ucraina

L'Europa arma Kiev: piano da 2 miliardi per fornire proiettili. Navi dall'Iran a Putin

La bozza di intesa: subito un miliardo in munizioni e un altro per potenziare l'industria bellica. Borrell: "Doveroso spostarci verso un'economia di guerra"

L'Europa arma Kiev: piano da 2 miliardi per fornire proiettili. Navi dall'Iran a Putin

Artiglieria, tank, difesa aerea e soprattutto munizioni. In vista della possibile offensiva russa di primavera, l'Ucraina chiede ancora armi a Bruxelles. E l'Ue risponde di nuovo presente. Al consiglio informale dei ministri della Difesa di ieri a Stoccolma (nell'ambito della presidenza svedese) è stato proposto un piano in tre pilastri, con una spesa che potrebbe raggiungere i 2 miliardi di euro in proiettili di varia natura: un miliardo per proiettili già pronti, che gli Stati hanno stoccati, e un altro per potenziare la produzione Ue.

I tre pilastri sono pezzi di un puzzle, ha spiegato l'Alto rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, «non si possono spacchettare». Si partirà dal radunare le scorte esistenti nei 27 Paesi, donando cartucce di artiglieria da 155 millimetri o da 152 millimetri, di standard sovietico. E fin qui, l'accordo c'è, perché in buona parte lo sforzo sarà rimborsato dallo European Peace Facility, il Fondo Ue per la pace. Poi si passerà a coordinare la domanda per gli ordini di altre munizioni attraverso l'Eda, l'Agenzia europea per la Difesa, con una procedura veloce di appalti congiunti: se ci muoviamo insieme, e Borrell ne è convinto, «riduciamo prezzo e tempo di consegna», e si riuscirà a mobilitare l'altro miliardo (via Epf).

L'Ue vuole esser certa di riuscire ad aumentare la capacità di produrre in Europa, ha detto il commissario al Mercato interno Thierry Breton, anche per non restare sguarnita negli arsenali. Si seguirà in sostanza il modello anti-Covid attuato per i vaccini. E infine, fondi dal bilancio comunitario per velocizzare il potenziamento dellindustria bellica. Cartucce, pallottole e missili sono nel piano proposto da Bruxelles. Ma è ancora abbozzato. Breton ha usato quindi toni da ultimatum: «Siamo a un momento decisivo per il sostegno a Kiev, è doveroso spostarci verso un'economia di guerra per equipaggiare l'Ucraina». Insomma, un whatever it takes per rifornire i gialloblù. Munizioni a Kiev da Stati non europei? «Non dobbiamo escluderle» ha detto poi Pål Jonson, ministro della Difesa svedese. E qui sta la frattura Ue: comprare munizioni per Kiev esclusivamente dall'industria europea, rafforzando le linee produttive anche con investimenti pubblici, o acquistare sul mercato globale? Tra i 27 non c'è accordo.

«La priorità è il sistema di difesa aerea, ma ci servono munizioni, munizioni, munizioni» è stato il refrain del titolare della Difesa ucraina Oelskii Reznikov a Stoccolma: «Per questo condividiamo il piano del ministro della Difesa estone Hanno Pevkur per un milione di proiettili da 155, oltre alla necessità di altri carri armati come i Leopard, vero pugno di ferro per la controffensiva». I Paesi baltici di miliardi Ue vorrebbero impiegarne 4, tra nuovi proiettili e rifornimenti. Borrell ha frenato le fantasie, invitando a essere concreti «con quel che abbiamo»: a oggi solo 15 aziende europee possono produrre munizioni. I soldi «non cadono dal cielo». L'Ue ha i suoi tempi: «Ma come ha detto il segretario generale della Nato - gli ha ricordato il ministro di Kiev - la rapidità salva vite». «Se poi uno Stato membro decide di fornire munizioni dalla sua scorta non andrò certo a chiedergli dove le ha comprate» la chiosa distensiva di Borrell. Un invito al fai-da-te. Mosca non sta a guardare. Anzi, per la britannica SkyNews l'Iran avrebbe già fornito 100 milioni di proiettili per lanciarazzi, mortai e mitragliatrici e circa 300 mila granate alla Russia. Stipati in 200 container, su due navi cargo battenti bandiera russa, partite dal porto iraniano di Amirabad, sul Mar Caspio, intorno al 10 gennaio, e giunte nel porto di Astrakhan a fine mese. Mosca avrebbe pagato in contanti.

E sta usando l'Iran come «base di retrovia».

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