Niente da fare, respinto anche il ricorso presentato dall`Italia contro la decisione della Ue di tagliare 380 milioni di euro dei fondi da destinare a progetti e investimenti per la Regione Sicilia. Il Tribunale di prima istanza di Lussemburgo ha confermato quanto già deciso dalla Commissione. Niente soldi a chi non sa spenderli o li spende male.
La decisione riguarda una tranche dei fondi messi a disposizione da Bruxelles dietro la presentazione da parte della Regione della cosiddetta «Agenda 2000», un vademecum per il periodo 2000-2006. Secondo quanto ricostruito nove anni dopo dagli ispettori comunitari erano tante le irregolarità nella gestione dei fondi provenienti dall'Unione Europea. Entrando nel dettaglio, erano state registrate alcune irregolarità - come ricorda con un tweet il corrispondente di Radio Radicale da Bruxelles, David Carretta - quali: «operazioni relative a progetti presentati dopo la naturale scadenza del termine di presentazione delle domande; spese di personale non correlate al tempo effettivamente impiegato per i progetti; consulenti esterni privi delle qualifiche richieste; giustificativi di spesa insufficienti; spese non attinenti; esecuzione delle attività non conforme alla descrizione dei progetti; e violazione della procedure di appalto e di selezione di docenti e consulenti». Si tratta di accuse pesanti che disegnano un'allegra gestione dei fondi europei.
Da queste conclusioni è nata la sentenza del Tribunale di Lussemburgo cui l'Italia si è opposta presentando un ricorso difeso sia dai legali della Regione Siciliana sia dall'Avvocatura di Stato. Purtroppo il ricorso è stato respinto e adesso quei soldi non verranno più assegnati al nostro Paese. I giudici, chiamati nuovamente a pronunciarsi, hanno ribadito infatti l'esistenza di errori di sistema, causati soprattutto dall'inadeguatezza dei sistemi di vigilanza sulla trasparenza dell'uso stesso dei fondi. Le prime reazioni sono di sconcerto. «La restituzione dei fondi europei? - commenta Claudio Barone della Uil siciliana - Un disastro per le casse della nostra Regione che causerà non pochi problemi in un momento ancora critico per l'isola. Adesso bisogna evitare che questo grave errore si ripeta e rafforzare subito la capacità di spesa di queste risorse, le uniche disponibili per avviare investimenti e rilanciare lo sviluppo».
I cinquestelle, intanto, chiedono i nomi dei responsabili e si appellano al presidente della Regione, Nello Musumeci, esortandolo
ad avviare subito «un`indagine interna per dire i nomi e i cognomi dei soggetti che hanno portato a questo disastro storico e certificato», come recita un comunicato firmato tra gli altri dall`eurodeputato Ignazio Corrao.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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